1. Le elezioni papali del settembre e novembre 1503. Pio III e Giulio IL E una selva di armati — diceva il cardinale Carafa all’ambasciatore veneziano Antonio Giustinian il 15 agosto 1503, allorché lo stato di salute di Alessandro VI era già divenuto assai pericoloso — ed io temo che la prossima elezione del papa avverrà con uso di violenza a scandalo e pregiudizio per la Chiesa.1 In un sonetto che allora venne fuori in Firenze si dice: il collegio cardinalizio è scisso; tanto il re francese che lo spagnolo cercano mandar su i loro candidati; si può andare facilmente incontro a uno scisma o ad una elezione simoniaca.2 Questo timore regnava anche in Venezia.3 La situazione infatti era tale, che avevasi a temere la peggio. Mentre dalla parte del Nord l’esercito francese sotto la condotta di Francesco Gonzaga stava accampato presso Viterbo e nel Sud gli Spagnoli capitanati da Consalvo di Cordova si avanzavano dal Garigliano, Roma rintronava delle grida selvagge delle fazioni degli Orsini, dei Colonna e dei Borgia. In ogni parte della città — dice il cardinale Egidio da Viterbo — il tumulto era spaventevole, come se tutta Roma fosse stata per andare in ruina.4 Che cosa volesse dire in tali circostanze la presenza di Cesare forgia, è chiaro: i cardinali spagnoli gli erano ligi come altrettanti suoi cappellani; di più egli disponeva di un considerevole flerbo di milizie, di un 12000 soldati. 1 Dispacci di A. Giustinian II, 110. 2 Sonetto Antequam creatur novus Pontifex stampato in Docwn. intorno a pio II e III 29-30 e nel Giorn, stor. d, lett. ital. XVII, 296; cfr. Nuova Annoia CXXXV (1894), 93-94. 3 V. la lettera del 21 agosto 1503 presso Lxizio, Isal. d’Este e i Borgia xLri, 150. 4 Gbegobovius, VIII3 7. iCfr. anche la relazione dell'inviato dell’impera-tore Massimiliano I a questi da (Roma 27 agosto, edita da Ui.mann nell’Etnla- u,lOsschrift der Universität Greifswald 1900, 3 s. Pastor, Storia dei Papi, III 41