Il conciliabolo pisano combattuto dai teologi. S0i> della Chiesa, a. non persistere nel loro misfatto, simile a quello di Lucifero e a non provocare il castigo di Dio.1 Angelo insieme ad altri Italiani, come per es. Francesco Poggio,2 si adoperò anche con gli ¡scritti in difesa dei diritti della Santa Sede contro gli scismatici. Con la massima energia insorsero poi contro questi ultimi Domenico Iacobazzi3 e il famoso teologo e filosofo Tommaso (de Vio di Gaeta, detto comunemente Caetano, dal 1508 generale dell’Ordine domenicano. In parecchi scritti, che in parte ebbero l’onore di venire bruciati pubblicamente per ordine di Luigi XII, il Caetano in forma veramente classica trattò della falsa teoria conciliare, di cui il conciliabolo di Pisa si ha da riguardare come l’ultima propaggine.4 II Caetano dimostrò in particolare che il papa ha nella Chiesa un potere supremo veramente monarchico, espose la differenza tra la potestà di Pietro e degli Apostoli, combattè la supremazia del concilio sul papa e confutò le obiezioni tratte dai concilii di Costanza e Basilea. Il Caetano sostenne altresì le seguenti proposizioni : 1° Il concilio non ha il suo potere immediatamente da Cristo. 2° Esso non rappresenta la Chiesa universale se non vi è incluso il papa. 3° Un papa incerto (come a Costanza) è di gran lunga diverso da un papa certo.5 1 Angeli anachorite ValUsunibrosae epistolae Julio II. P. M-, Francorum "ili. Bernardino tane cardinali Jganotae Crucis prò Christiana unitale scrvawla, 1- 1511 (stampato non a Vallombrosa, come dà Panzer [Vili, 337], ma sicuramente a Iloma ; cfr. .Mulini, Operette bibliogr., Firenze 1858, 202) ; cfr. Raynald 1511, n. 30, 31 ; esiste nella Biblioteca di Stato in Monaco,//. E. 32, '■ome pure l’altra opera: Oratio Angeli Anachoritae Vallisumbrosae prò Concilio Lateranensi contra conventicul » ni Pisanum, s. 1. [Roma], 511 (Panzer IX. HI ; Mor.ini loc. cit. 202) ; ripubblicata da R. Maiocchi, Un’orazione di Angelo^ 'hi Vallombrosa pel quinto Concilio Lateranense, in Kiv. di scienze stor. IV 11!>D7), 337-348 ; cfr. Riv. stor. benedettina III (1908), <530. In forma d’una 1 "ttvra all’eremita Angelo (Orationis Angeli Anachoritae Valila Umbrosae ad •luliun 11. super conci-elio Lateranensi eonfirmatio cum ewaggeratione Jacv " 1-mphel, heremitae sylvae hcrcinac, s. 1. et a.) il Wimpfeling esprime la sua simpatia pel concilio lateranense e accenna ai compiti del medesimo per la riforma; cfr. Knepper, Wimpfeling 272s. 2 De potestate papae et concilii liber, s. 1. et a. (certo Romae 1512). Cfr. Rainald 1511, n. 19. 3 Altri particolari sul suo Traci, de concilio (scritto nel 1512, stampato nel 1538 s.) presso Hergenbother IVIII, 438 s., 476 s. 4 Th. li: Vio Caietanus, De auctontate papae et concilii, utraque invicem comparata, Romae 1511, Coloniae 1512. Apologia, tractatus de auctontate »aPae et concilii. Impr. Romae 29 Nov. 1512 (Panzer Vili. 250, 251 ; VI, 371). T,n * trattato, dedicato al conciliabolo di Pisa, Petri Cordier Parisien, dr-cretor. doctorìs JOe potestate cmujilii supra Papa/m contra card. Cajetanum, ,vel Con, 1,1 della Biblioteca universitaria in Leida. 5 Così IIergenrother Vili. 474 riassume le principali proposizioni del tetano. Riferendosi al Caetano il Maurenbrecher, Kath, Re}. 105 dii questo giudizio : « Si può dire che la parte curialesca riportò vittoria in questa giostra letteraria non meno ebe nell’andamento reale delle cose».