Sposalizio di Lucrezia Borgia con Alfonso di Ferrara. 549 patrimoni dei baroni romani erano venuti in proprietà di altri della famiglia : negli annali della Chiesa era questa una condizione di cose affatto nuova».1 Intanto erasi provveduto anche per Lucrezia Borgia. Mediante il matrimonio con Alfonso, principe ereditario di Ferrara, essa doveva entrare in una delle più nobili e antiche case principesche d’Italia, assicurando in pari tempo la signoria di Cesare sulla Romagna e favorendo i suoi disegni su Bologna e Firenze. Nè Alfonso, nè Ercole suo padre volevano da principio saperne di questo disegno; Massimiliano I ne li dissuadeva istantemente, però Luigi XII alleato di Alessandro s’interpose e dopo essere stata accordata al duca una cessione di territorio e una riduzione del censo feudale, nel settembre del 1501 si venne alla convenzione delle nozze.2 (Lucrezia era fuori di, sè per la gioia ;3 adescata dall’idea d’un luminoso avvenire, la bella e giovane donna nella sua leggerezza e vanità dimenticò affatto il fantasma dell’infelice Alfonso. Agli ambasciatori di Ferrara Lucrezia diede feste su feste ; una sera essa stessa si abbandonò così smodatamente alla danza, che il giorno seguente ammalò di febbre.4 II corredo della sposa I'al Re loc. cit. 90, 280 dimostra che di ciò non si può assolutaménte parlare. Anzi il contrario: « Manca ogni fondamento di certezza per poter affermare che Giovanni sia la nefanda prole di papa Alessandro VI ie di Lucrezia ; però he abbiamo due bolle, tutte e due del dì 1° ettembre 1501, in cui s’afferma nel- 1 "na la paternità del Valentino, nell’altra quella del papa stesso per rispetto a 8 e Reumont in Arali, star. ital. S* serie XI, 330 e che Btjrcardo chiama la madre di Juan quaedam Romaiui. V. anche Masi in Rassegna settiman, VI, 120. (Schlecht (Hist. Jahrb. XVII, 059) congettura che i registri di Alessandro VI, così ricchi di legittimazioni e dispense, ixjtrebbero contenere qualche cosa di nuovo sull'accusa d'incesto. A tal proposto non sia soverchio osservare che avendo io esaminato scrupolosamente tutti ' yolumi dei registri, non ho potuto trovare niente di simile. 1 Gkegobovitjs, VII3 449. Cfr. R. di Soragna in Rassegna naz. X (1882), 1-ß. Cfr. il giudizio del contemporaneo Girolamo Borgia sul mal.' fatto all’Italia 'lai nepotismo di Alessandro VI, presso Pélissier, Alleanza 199 s. 2 Zeitschr. di Quidde I, 169 s. ; Gregorovius, Lucrezia Borgia 152 ss. ; Cot'p. 'hpl. Portu. I, 8, 165 ss., 168; Gilbert I, 83 ss. ; Gottlob, Cam, ap. 230; Theineb, ' od. dipi, òli s. Lt:zio, Itali. d’Este e i Borgia XLI, 581 s.. Sulla parte avuta, dal cardinale Ferrari nelle trattative diplomatiche, che precedettero il matrimonio, cfr. Atti Moden. VIII (18761, 32 s., 57. 3 Cfr. la lettera di Brandolino del 10 settembre 1501 presso Browm 203. 4 V. in App. n. 51 la * lettera di G. L. Catanei del 25 settembre 1501. A r-chivio Gonzaga in Mantova. Che nello stesso tempo essa s’interessasse anche di cose religiose è provato da L. A. Gandini, Episodio stor. ined.