354 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 1. e giocondo, tutto festività. Non ebbe mai inclinazione per lo stato eccelsiastico, però il suo beneficio gli frutta più di 16000 ducati d.1 Educato secondo il vezzo dell’epoca in varie discipline, Cesare teneva in pregio l’arte e gli artisti, stava in relazione con pittori e poeti, anizi teneva uno di questi alla sua corte.2 Tuttavia la sua passione prediletta era l’arte della guerra e la politica. A un talento militare e amministrativo non comune egli associava una forza di volontà del tutto straordinaria. Pur di giungere al potere, egli, al pari della maggior parte dei principi del tempo, non rifuggiva dal fare uso dei ¡mezzi più malvagi, purché facessero al suo scopo. Conseguitolo, egli metteva in mostra il lato migliore.3 Un i Gregorovius, Lucrezia Bornia 55. Qfr. inoltre la descrizione di P. Capello nella sua relazione del 1500 presso Sanuto III, 846. Anche (Sigismondo de Conti II, 61 chiama Cesare adolcscentem spei maynae et indolis optimac. - It. Garnett (.4 Laureate of Vacuar Borgia, in The English hist. Review XVII [19021, 15-19) tratta delle jioesie latine di Pietro Francesco Jubtulcs in lode di Cesare (tre stampate in (Roma dal Mazocchi 1510; ristampa a Spoleto 1855). Una poesia in esametri latini di Francesco |Spertjlo di iSpoleto, che canta i fatti di Osare ed |è a lui dedicata, fu pubblicata da Woodward. C. Borgia 438-455 dal Cod. Vat. lat. 5205. Poesie di Francesco Uberti da Cesena in lode di Cesare (circa 1502) pubblica Pasolini, Tiranni e papi 320-324 (cfr. anche L. Piccioni, Di ¡Francesco Uberti ut turnista Cesenate, Botogna 1903. 142-187), altre di Antonio Flaminio presso Vattasso, Flaminio 45, n. kv e 47 s.. n. xjìi. Un epigramma latino in lode di Cesare da un codice di Perugia presso Tommasini, Machiavelli II, 161. Orca una dedica d'un Carilo da Brescia ft Cesare v. Mélanges d'archéoì. et d’hist. XIX (1899), 17, n. 3. L. Geiger (Bur-oardus 43) dice: «A dispetto di tutti gli orrori e nefandezze, di cui è macchiata la memoria di questo scapestrato..., cade su di lui uno splendore di gloria per il suo atteggiamento verso la rinascenza ». Cfr. «nelle Zabuohin in Ardi, d-, 8oc. Rom. di stor. patr. XXXVIII, p. 716 s. a Reumont III 2, (17. Ofr. Hillebrand II, 45, il quale osserva, che ¡Cesare « non era molto peggiore » di Luigi XI di Francia, di Ferdinando di Spagna e di Enrico VII d’Inghilterra. Bénoist (César Borgia 905 ss.) fa rilevare che i contemporanei italiani non hanno considerato Cesare siccome il delinquente senza esempio, ch’egli è apparso all’epoca posteriore: p. 906: «Les politiques. Guichardin, Machiavel sourtout, demeurent impassibles. Pour parler vulgai- rement, ils en ont vu bien d’autres! et, sinon de plus grands crimes, ils eiJ ont vu d’égaux ou de pareil-3. — De que je veux dire, c’est que, quelque odieux, et détestables, et raffinés ou bestiaux que soient ces crimes, ils ne sont ni plus bestiaux, ¡ni plus détestables, ni plus odieux que tant d’autres crimes de ce temps-là ; peut-être seulement raffinent-lls sur le raffinement, et sont-ils dans le manque de foi, dans l’exaction, dans la luxure, dans l’assassinat, comme le fin du fin. Peut-être aussi se distinguaient-ils un peu ratione personae, ainsi qu’on dit en droit, parce qu’ils avaient pour auteur César Borgia, fils d® Rodrigue Borgia qui était pape Sous le nom de Alexandre VI ». Sèmerait, V'c Condottieri 312 : « I Borgia sono creature del loro tempo, non peggiori di mille altre dei loro giorni : soltanto essi avevano la forza e perciò il diritto »• M. Herzfbld (Leonardo da Vinciz ixxix) caratterizza iCesare Borgia, « questo animale feroce, degli umani il più magnifico, che fino ai nostri dì non ha cessato di attirare e ammaliare nell’orrore gii uomini», cosi: ,«I>i indomabile volontà, d’una ardita attività senza limite, ricco d’espedienti e senza scrupoli