988 Libro III Giulio II. 1503-1513. Capitolo 10. filosofia, poesia e giurisprudenza, quale è data dagli affreschi della Camera della Segnatura, provenne senza dubbio dal papa. Questi non era un dotto e quanto egli commise di fare non può essere stato che qualche cosa di semplice. Ora quella distribuzione corrisponde a capello allo schema stabilito già dal fondatore del mecenatismo pontificio Niccolò V, e secondo il quale erano allora ordinate quasi tutte le biblioteche d’Italùa. Quando si rifletta che allora i libri non erano custoditi in scaffali disposti lungo le pareti, ma sopra leggii liberi (come si vede anche oggi nella Laurenziana di Firenze), non ha più nulla di strano l’ammettere che la Camera della Segnatura fosse destinata a biblioteca privata di Giulio II. A questo alluderebbe altresì la parte rilevante che in questi affreschi viene lasciata ai »libri. « Le figure allegoriche in alto sedenti in trono hanno in mano dei libri ; solo alla giustizia la spada e la bilancia non lasciano libere le mani. Gli evangeli, i libri più venerandi pei cristiani, sono portati giù ai fedeli per mano di angeli; quei quattro santi Padri raccolti intorno al Sacramento leggono e scrivono libri; giacciono dei libri sparsi sul pavimento e santi e laici di quel sodalizio sono caratterizzati dal possesso di libri; rotoli e libri sostengono coloro che si giocondano nella misteriosa presenza delle muse ; tutti i personaggi della Scuola d’Atene hanno in mano libri e tavolette; -in ogni angolo si pensa, si scrive, si legge, s’interpretano scritture, tanto che appena si può immaginare un qualsiasi rapporto con opere letterarie, il quale non abbia qui trovato la sua sensibile espressione. Persino i due sommi filosofi non sono contrassegnati che dai loro due libri più famosi. Anche il papa tiene un libro coi canoni ecclesiastici e Giustiniano sta lì seduto con avanti un libro, il suo famoso Corpus. Nei chiaroscuri sotto il Parnaso si hanno da una parte dei libri trovati entro un sarcofago di marmo, dall’altra si veggono pure dei libri gettati al fuoco. Non v’è altra opera d’arte figurativa, in cui ai libri sia lasciata una parte così grande, in cui tutto parta dai libri e tutto ai libri si riporti».1 I'Albertini colla Camera della -Segnatura. Io invece ritengo ancora come assai probabile che la Stanza della (Segnatura sia stata da principio ideata a scopo di biblioteca e che ja base della decorazione fosse posto lo schema iconografico delle quattro facoltà (leggermente modificato). Come dimostra J. von Schlos-seb Sii s., questo schema era già usuale per la decorazione in pittura dei locali per biblioteca sulla fine del medioevo; esso si ricollega colla distribuzione delle biblioteche in quattro scompartimenti principali, distribuzione preferita fin dal secolo xm e la quale si basa sulla Biblionotnia di IUccardo di ÌFour-ntval (+ c. 1260). Anche nel periodo del rinascimento essa fu in uso con qualche piccola variante (la poesia per la medicina), come per es. nella biblioteca del duca di 'Urbino, che di padre di Kaffaello ha descritto nella sua cronaca in versi. i Wickhoff 54. Non bisogna però insistere troppo sull’allusione a una biblioteca e alle quattro divisioni tecniche dei libri. Satjer (loc. cit.) ha ad ogni