Ìtisurrezione del vizio^nazionale dei greci. Ili lei quale Iddio ha distrutto Sodoma e Gomorra.1 Questo è certo •sagerato, come in genere debbono rifiutarsi siccome incredibili molte accuse di tal fatta circa il carattere vizioso di quest’epoca, che non risparmiò nemmeno la severità di un Michelangelo,2 ma appunto per molti umanisti si può appena dubitare della verità di tali accuse, sebbene da qualcuno non siasi fatto che semplicemente celiare in versi.3 Pomponio Leto si difese contro tale accusa richiamandosi all’esempio di Socrate, e il poeta Cosmico in un lurido carme fece appello a Platone.4 Difficilmente ormai si può più mettere in dubbio, che il capo dei poeti e degli umanisti alla corte di Lorenzo de’ Medici, Angelo Poliziano,6 e il cronista veneziano Sa-nuto sacrificassero al vizio greco, * e parimenti Antonio Loredano, inviato veneziano a Roma al tempo di Innocenzo Vili, il quale in seguito allo scandalo perdette il suo posto.7 Il peggio per la nazione fu che cosiffatti vizi penetrarono anche nel basso ceto. Fin dal tempo della discesa di Carlo Vili un cronista così scriveva: Tutto il paese, tutte le grandi città, Roma, Firenze Napoli, Bologna, Ferrara, sono infette.8 Molti predicatori Senza quel vizio son pochi umanisti Che fe’ a Dio forza, non che persuase Di far Gomorra e i suoi vicini tristi. Satiro VII, 25 s. 2 Cfr. Burckhardt I*, 180-190 e Janses, Soddoma 42 s. Anche Leonardo 'la Vinci fu accusato senza fondamento di sodomia; v. Repertorium für Kunst-Iicseh. XX, 397 ; M. Herzfelij, Leonardo da Vinci,3 Jena 1911, ut s. * CIO nota il RtrrzER, Leben des F. lialbi (Wien 1790) 58 rispetto al suo eroe. ‘ Oiom. star. d. Lctt. ital. XIII, 144. Su Pomponio I>eto v. il nostro vol. II, •’597 ss. i * Gfr. Uzjeixi 232 s., dove al ha pure la prova che il Poliziano tenesse un anonioato. Sulla vita e gli scritti del Poliziano cfr. Tibabosciu, Storia d. lett. Hai. VI 2, 379 ss. ; Graesse II 3, 711 s. ; Gaspary LI, 213 s., 218 s. ; Hoftmanx, l-ebcnsbildcr berühmter Humanisten I, Leipzig 1837 ; MÄitLY, .4. Poliziano, U'ipzig 1S64; C. Castellasi, A. Poliziano, Carrara 1868; Vita italiana II, 1 ss.; In memoria di A. Poliziano, Siena 1894; G. Mazzosi, Il Poliziano, l’umanesimo, 'Ulano 1894; L. Dota, Ange Politien et la Vaticane, in Rev. des liibUothèqucs 1^94, nov.; Monmer, Quattrocento II, 50ss.; G. B. Piccom, Aneddoti poli-“ineschi, Modena 1914 (da Misceli, di studi in on. di P. C. Folletti) ; Del Lungo, florentia. Uomini e cose nel Quattrocento, Firenze 1897. * La prova è fornita da un dispaccio di ambasciata, finora non preso In considerazione, presso Luzio, P. Aretino (Torino 188) 11, nota 1. 7 Navagieuo presso Muratori XXIII, 1194. » Muratori XXIV, 12. Cfr. Knebel II, 150. V. anche la Zeitschr. für CuU •orgesch. III (1896), 41 dello iStomiauses. Per Venezia dorè era stabilita 1*1 vizio la pena di morte, cfr. Molmexti «II, 509 s. (Arch. stor. Hai. .V fterie XXXI [1903], 29739.). Molmevti considererebbe incredibile l'incolpazione al lanuto. Per Firenze cfr. Schnitzer, Quellen u. Forsch. IV, Lxvi. Piiilii>i'e he Vir,XRU1XEB (Gedenkbuch, Stuttgart 1S52. 28; cfr. Arch. stor. Hai. api». IX 11858], 224) enumera fra le esecuzioni ch’egli stesso vide nella sua permanenza nel Regno di Xajioli (circa 1487-14901. l’abbrucinmento d'nn nomo per lussuria contro natura.