Libro I. Innocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo 4. profughi venuti dai paesi caduti in mano dei Turchi. 1 Innocenzo VIII venne in seguito a trovarsi in tale angustia, che non potè più pensare alla grande questione. La convenzione di pace, conchiusa con Ferrante nell’agosto del 1486 era appena sottoscritto, che il re la ruppo di nuovo. Nell’anno appresso Innocenzo Vili dovette vedere il signore di Osimo, Boccolino Guzzoni, allacciare pratiche col sultano onde eccitare ad invadere la Marca!2 Nemmeno in questo tempo calamitoso il papa perdette di vista la questione della crociata. Nel dicembre del 1486 vennero spediti il maestro Raimondo Peraudi (Perauld) alla corte dell’imperatore Federico, che allora era di malumore col papa, e il Carmelitano Graziano da Villanova a quella di Massimiliano. Contro ogni aspettazione essi trovarono i suddetti principi disposti ad abbracciare i disegni del papa relativi ad una crociata3 e perciò ai 20 d’aprile del 1487 Innocenzo Vili emanò una bolla, nella quale descriveva la grandezza per la Germania e l’Italia del pericolo turco, dichiarava di non voler lasciare intentato alcun mezzo onde incoraggiare li-cristianità alla resistenza, encomiava inoltre la prontezza dell’imperatore e di altri re e principi per la guerra turca, e alle chiese, capitoli e benefici, come pure a tutti gli ecclestiastiei senza distinzione di grado e stato in tutte le province appartenenti all’impero imponeva la decima dèlie loro entrate in un anno venendo nom -nati collettori generali Raimondo Peraudi e Graziano da Villanova muniti di tutte le necessarie facoltà e diritti.4 i Ofr. il * breve legato inarchi? Anconitanae, dat. ut ». (18 ottobre 1485' Placet notti* udinoriiiin quod provideri feceris locis maritimi» provinole oh 1<" corum incursionem. Uh. brev. IO. f. 21. Archivio segreto pontifici' Ofr. la deliberazione del senato di Loreto onde salvaguardare dai Turchi qa*'! santuario iu Ardi. xtor. doli'Arte I. 419 s. Sui pirati cfr. Gugi-IELMOTO 4SI s> sui pensionati d’Innocenzo Vili, Gottlob. Coni. tip. 63, 203. Il 21 maggio 1+''-' Innocenzo Vili dissuadeva il gran duca di .Moscovia dalle sue scorrerie dova statrici contro la Livonia ; vedi Raynald 148T>. n. 16. Il 18 novembre 1487 arriva rono in Roma inviati d’Ivan granduca di Russia. Come racconta Burcardo. esecrano venuti « per esprimere al papa la sottomissione sotto 11 suo scettro spiri tuale», ma avevano «scelto termini che si potevano sempre interpretare come semplice dimostrazione d'onore, e cerimonie, alle quali si adattassero per cortesia e non potevano imporre alcuna costrizione al loro signore ». Aro. Ahm>t-in Stimmi-li aus Maria-Laacli XLY (1893), 140 s. 3 Cfr. sopra p. 229. * ScHireiDFR, Peraudi 30 e iGottt.or. Peraudi 430. Pieper Ximtiaturcn Richard. Origine» 67 s. •* Gottlob. Peraudi 450, secondo fonti vaticane. Ofr. Chmel, Iieg. 8001 Ilist. Jahrb XXXVI (1915), 617-010. Spetta qui certo anche un* breve pontifici1 pur troppo mezzo lacero ad Ercole di Ferrara in data del 1487 s. die. nel qual* gli si fanno premure per aiuti contro i Turchi. Originale nell'Archivio d • Stato in Modena. Probabilmente si trattò della questione turca anche con l'ambasciata del re Enrico VII d'Inghilterra, che stava in ottimi rapporti con Innocenzo Vili, venuta a Roma l’S maggio del 1487 (v. Arcli d. Soc. Kom. 1"