Entrata deH’armata francese in Roma il 31 die. 1494. 397 Nel seguito del re trovavansi oltre ai suddetti anche i cardinali Giovanni Villier de la Groslaye, Peraudi, Sanseverino e Lunati, i quali lo accompagnarono fino al palazzo di S. Marco, destinatogli per abitazione. In quella medesima sera tutti i punti importanti della (città furono occupati da divisioni dell’esercito francese. Davanti al quartiere del re fu messa in posizione una parte deH’artiglieria.1 Tutti i cardinali, meno il Carafa e l’Orsini, fecero la loro visita di omaggio al re francese, che altiero non rese loro i debiti onori e solo fece eccezione pel Cardinal Cesarmi.2 Carlo pretendeva dal papa la consegna di Castel S. Angelo, la consegna di Djem e di più che Cesare Borgia lo accompagnasse fino a Napoli. Di queste cose dovevasi trattare il 5 gennaio del 1495 in concistoro, ma essendo stato in quel giorno il pontefice colpito da uno di quegli improvvisi svenimenti, dei quali spesso soffriva, il concistoro si dovette rimandare al giorno appresso. Quivi fu deliberato di respingere tutte quelle pretese. Allorché i cardinali incaricati delle trattative recarono questa decisione al re, questi rispose : « I miei baroni significheranno al papa la mia volontà».3 Allora Alessandro dichiarò ch’era disposto a cedere Civitavecchia, ma a nessun leria, allontanandosi da altri, dice: Le squadre della gente dell'arme erano ’lui miUa cavalli et tre milia cavalli leggieri. L’entrata viene notata brevemente anche negli * Acta consist.: * « Die ultimo iDecembris 1495 (sic!) hora prima noctis ISer D. Carolus Francorum rex per portam b. Mariae de populo ¡»travit urbem cum exercitu suo et hospitatus est in palatio S. Marci ». A r -c h 1 v i o concistoriale. 1 Sigismondo de’ Conti II, 86. Sañudo, Hpediz. 164 s. Del aborde 508. < fr. Cailebstni f. 328 (dove la data è sbagliata). Biblioteca Chigi di Roma. 2 BritcHARDi Dìarimn I, 217-218, (Celani), I, 560. * « Ego 2. Januarii 1495 Post prandium immediate Suam Mtwn conveni et in |S. Marci palatio descendenti mihi dominus de Albeny se obviam dedit; regi postmodum me advenisse 1 ronuntiavit qui per passus circiter quindecim mihi recurrit et complexus est non minus ac ego capite detecto, quod paucis aliis effecit. Ego regem alloquutus, cardies ,g_ X'etri ad vincula, Gurcensem, Columnam, Sabellum, qui regi asta-!,ant, amplexus sum. (Sequenti post die fardi«" S. ¡Petri ad vincula visitavi, ino factum est, nt mihi pontifex retulerit, dictum sibi fuisse a tribus cardi-nalibus, me meuin votum ipsi cardinali obtulisse, quod non cederei; Suam Beatnsm quietavi » etc. Ex manuscriptis Juliani card. Caesarini. C'od, XXXIII, ■«, f. 17 della Biblioteca Barberini di Roma. 3 per completare il «Sañudo, Spediz. 170 e Burchardi, Diarium, II, 219, Celanj) i, 5(;i( cfr * n0(-e (]ei cardinal Oesarini, ch’io debbo alla cortesia ®r- Gottlob. Quivi si dice: *«Die 5. Januarii post vesperas Epiphaniae ''xutu.s pontificales vestes Papa in camera pistacii volens se iam reducere, subito quodam accidenti defecit (Alessandro VI andava soggetto di frequente a svenimenti; v. sopra cap. 1), quem S. Severini cardiis et ego ad cameram ■i.udiontiae P^ibus non subsistentem reduximus, ubi maximus stomachi dolori :>us vexatus est; postea ad cameram quietis portavimus... Eo vesperi regís rancorum oratoribus S. D. N. responsum daturus erat, sed praepeditus ad