Ferrante di Napoli contro Innocenzo Vili. 241 questa dichiarazione dell’astuto uomo fatta nell’ottobre del 1480. apparve dal suo contegno dell’anno appresso. Ferrante allora, Ix-nchè inutilmente, cercò di aizzare contro Roma il re romano Massimiliano, inviandogli uno scritto nel quale veniva dipinta coi più foschi colori la vita del papa e della sua corte.1 Per Innocenzo Vili in particolare Ferrante non aveva che scherni e minacce. Nel gennaio del 1490 egli fece dichiarare, che avrebbe bensì mandato la chinea, ma del tributo nemmeno un centesimo e che non perdonerebbe ad alcuno dei baroni colpevoli.2 Nel maggio un imbasciatore napoletano disse in Firenze, che il suo signore non intendeva sopportare più a lungo altre onte e ingiustizie da parte del papa, e che, qualora questi persistesse nella sua ingiusta e leale ostinazione, il Te comparirebbe ili Roma con la lancia in resta per rispondere al papa in guisa da fargli comprendere il suo errore.8 Re Ferrante poteva permettersi un tal linguaggio .perchè il apo della Chiesa sembrava abbandonato da tutte le potenze. Il vecchio imperatore Federico esortò bensì nel marzo il re mapole-!ano alla pace,4 ma tanto lui quanto suo figlio Massimiliano ■ rano troppo occupati in altre questioni perchè si potessero prendere efficacemente a cuore la causa del pontefice. In Italia poi nessuno moveva un dito in difesa dell’autorità pontificia bistrattata ' »ntinuamente da Ferrante. Di ciò con amare parole si querelò Innocenzo Vili presso l’ambasciatore fiorentino, Pandolfini. In -eguito alle rimostranze delle potenze italiane aver egli proceduto cr»n indulgenza verso il re, ma questa non aver fatto che renderlo Più audace. Le potenze se ne stanno con le mani in mano e permettono che gli siano lanciati vituperii. Se gl’italiani sono così poco curanti del suo onore, egli dovrà rivolgersi allo straniero. Giammai, aggiunge il Pandolfini, ho veduto il papa più esacerbato- Egli fece di tutto per calmarlo, facendogli vedere come la moderazione usata verso il re non aveva fatto che giovare alla ' la causa, e poter lui fare assegnamento sull’aiuto di Firenze, Milano e Venezia. Il papa non lo lasciò più dire, ma disse che lo si «‘('Contentava solo con belle frasi. Un vero appoggio egli non avrebbe potuto sperare che da Firenze, poiché su Milano non si 1 Inuwsuba 256. Cfr. Liokkowsky Vili, regesto n. 1415, 1417, 1410. 5 Ciikrbier J, R41. Illazione dell’ambasciatore ferrarese presso Cappelli 80. &ul contegno ' ''‘ambasciatore napoletano, che al bisticciò per diritti di precedenza e poi ' * ultimo minacciò di fare uso delle armi, cfr. Bubchabdi, Diariutn (Thuasnk) • 1,0* . (Celasi) I. :{09 e * lettera del cardinale A. iSfor/.a da Roma 'M> maggio Archivio di 8 ta to in Milano. * ¡.‘Imperatore Federico III a re Ferrante in data di Linz 20 marzo 1400. ■ origina nell'A r c h i v i o domestico di Corte e di (Stato a 1 ' o n a. lioiiiotut /, non ricordato nè presso Chmel, tfcfjcxtcìi nè nei regesti ! r,''s‘’ I-Kuhowsky VIII. e. per quanto veggo, nemmeno stampato altrove. p»*Tor, Storia dei Papi, III.