Cesare Borgia abusa del denaro giubilare. Piena del Tevere. 593 Sigismondo de’ Conti, non potettero proprio in quei giorni nascondere la propria disapprovazione per il nepotismo di Alessandro VI che eccedeva ogni misura. Cesare aveva appunto allora bisogno di molto denaro per le sue imprese nella Romagna e il papa senza uno scrupolo al mondo gli diede le entrate del giubileo, le quali, nota Sigismondo de’ Conti, dai papi anteriori, come da un Niccolò V e un Sisto IV, erano state impiegate nel'Pabbellimento delle chiese di Roma.1 Verso la fine dell’anno giubilare la città eterna venne funestata da una grande calamità. Dopo una pioggia di molti giorni, narra un contemporaneo, il 1* novembre il Tevere cominciò a straripare allagando non solo lo spazio lungo le sponde, ma anche le case vicine; in due giorni la via che mena al Vaticano venne preclusa. Il 4 noveanbre la (piena si allargò ancora di più e le acque invasero molte case e chiese. L’inondazione durò per 15 ore, quindi il fiume sì ritrasse nel suo letto. Le strade erano talmente piene di mota da riuscire difficilmente praticabili. La gente si confortava pen- altri renani siamo buoni cristiani, ed abbiamo udito e letto, che la fede cristiana è stata fondata su buoni costumi col sangue dei martiri e confermata ‘la tanti miracoli, di modo che sarebbe impossibile, che un renano dubiti della