708 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 3. era disposto ad appoggiare l’impresa contro Bologna. Dui-ante il cammino da Nepi a Civita Castellana erano giunte dalla corte francese notizie favorevoli, che allietarono molto il pontefice. Di Giovanni Bentivoglio invece si diceva, che restava fermo nella sua pertinacia.1 Si era angora nel colmo della notte quando Giulio II la domenica 30 agosto, dopo avere ascoltato una Messa, mosse da Civita Castellana alla volta di Viterbo. A Fabrica si fece uno spuntino preparato dal Cardinal Girolamo Basso della Rovere. La sera seguì l'entrata solenne in Viterbo parata a festa. Avanti al pontefice accompagnato da diciassette cardinali venne portato, secondo il costume, il Santissimo. Durante il suo soggiorno in Viterbo Giulio II prese delle disposizioni dirette ad assicurare la pace ottenuta l’anno precedente fra le varie fazioni cittadine per suo intervento. La legazione della città fu affidata al cardinale Leonardo Grosso della Rovere. Poi fu deliberato l’invio di due nunzi : l’arcivescovo di Siponto partì con severe istruzioni alla volta di Bologna, l’arcivescovo. di Aix alla volta di Milano per condurre le truppe ausiliari francesi contro Castelfranco; quindi di papa fissò il denaro necessario per l’arruolamento di soldati svizzeri.2 Il 4 settembre3 Giulio II a marce forzate si recò a Montefia-scone, dove visitò la rocca e si fece il desinare. La casa dove scese era così cadente, che bisognò puntellarne il pavimento. Alludendo al vino famoso di quella cittadina Giulio II idisse sorridendo: «È giusto di prendere questo provvedimento per non sprofondare e poi la gente dica che in Montefiascone avevamo bevuto troppo». Subito il giorno appresso 5 settembre4 si partì alla volta di Orvieto, al solito due ore prima della levata del sole. Era così buio — scrive Paride de Grassis, il quale come primo maestro delle cerimonie prese parte a tutta la spedizione — che non si poteva discerner nulla ; alcune fiaccole rischiaravano il corteggio del papa, per rendere omaggio al quale una grande quantità di gente aveva passato la notte all’aperto. Il ricevimento in Orvieto fu assai festoso ; con allusione allo stemma del papa sulla piazza principale era stata inalberata con rara arte una quercia, fra i rami della 1 Pabis de Grassis, ed. Frati 21 s. Lettera del Machiavelli del 2S adusto 1506 e * Acta consist. Archivio concistoriale del V a t i c a n o. 2 Pabis de iGbassis, ed. Frati 27-30. Sigismondo de’ Costi II, 34S. I>>an° di Tommaso di (Silvestro 546. Bernardi II, 18S. Pinzi 404 ss., 415 ss. e * ¿ct,! consist. Archivio segreto pontificio, « Il testo di Pabis de Gbassis nell’ed. del Tbatt ha : Die 6. veneris. > -«quel venerdì nel 1506 cadde ai 4, e così hanno anche il Diario di Tommaso Silvestro 54S e gli * Acta consist. i Anche qui il testo di Pabis de Grassis presso Frati 32 ha erronea mente: in die sabba ti septimo Septomb. La vera data negli *Acta consist. « FArchivio segreto pontificio.