180 Introduzione. non facevano che ripetere quanto il Savonarola aveva detto le mille volte circa la sua vocazione divina.1 Con questa vocazione contrastava fin dal principio il modo di predicare tenuto non di rado dal Savonarola. Ai Fiorentini egli rinfacciava: «La vostra vita è un vivere da porci». I principi che dovevano invadere l’Italia egli li presentava come barbieri con grandi rasoi ; il male che apporterebbero, come un’insalata di borrana, acre alla bocca; la riforma dei costumi come un mulino che produce la farina della sapienza. Dopo tali prediche i suoi seguaci si atteggiavano sovente in fogge strane, al che davano il nome di «esser pazzi per amor di Cristo».a Anche» il cosidetto bruciamento delle vanità assumeva un carattere triviale e assai teatrale. Quando si dava fuoco alla pira la Signoria usciva sul balcone, la campana del Palazzo Vecchio suonava a distesi, canti e squilli di trombe risuonavan per l’aria, quindi si andava alla Piazza di S. Marco per ivi celebrare una festa di maggior pazzia, come chiamavaia lo stesso Savonarola. Si formavano tre cerchi; nel più interno stavano i Domenicani, alternati con ragazzi vestiti da angeli, quindi giovani preti e laici, nel cerchio esterno vecchi, cittadini e preti. Tutti avevano il capo ornato di corone e poi tenendosi per mano ballavano sulla piazza una ridda.a Il Savonarola non capiva la ridicolaggine di tali mezzi, anzi giustificava queste strane danze ricordando David ed annunziava che presto si sarebbero vedute cose ancor più straordinarie.* Egli non rifletteva che il morboso aumento e sovreccitamento i Cosi Savonarola, ltiatogus de feritale prophetica, Veuetiis 1507, f. •' Manifestar» est carmi fidei lamine, et per consequrns non esse christianum, ubstinnlo hi» i/une praediximus animo eontradixit, cu in sinl a JJeo. Cfr. I