L’ambasciata turca a Roma. Cacciata dei Mori dalla Spagna. Il papa accettò i doni del sultano e permise pure che l’amba-iatore visitasse il principe Djem e si convincesse del suo bene-tare. A parte delle pratiche Innocenzo Vili chiamò pure gli am-l'ciatori delle potenze cristiane presenti in Roma poiché egli non volle trattare da solo un affare di tanto rilievo e di comune interesse. L’ambasciatore turco aveva dapprima promesso, che il suo simore non molesterebbe con guerre l’intera cristianità, qualora ').H‘in fosse tenuto in sicura custodia. Più tardi però restrinse con-iderevolmente questa dichiarazione dicendo, che solo gli abitanti Ielle coste dell’Adriatico andrebbero immuni dalla guerra, eccet-iata espressamente l’Ungheria. Per conseguenza non si potè venire a un vero accordo. L’ambasciatore lasciò a Roma il canone nnuo per lo Djem che fino allora era stato pagato a Rodi; rice-■Ue dal papa una lettera pel sultano, nella quale veniva dichiarato che la risposta definitiva alle proposte del sultano non si >oteva dare che dopo aver sentito il parere delle altre potenze cri-tiane.1 Non mancarono — dice Sigismondo de’ Conti — uomini di vaglia, ai quali parve una stoltezza che il papa si mostrasse così ondiscendente verso i barbari Turchi e per sete di guadagno scendesse a una specie di contratto con essi; tuttavia, aggiunge egli correggendo quell’apprezzamento, tutto ciò fu fatto coll’intento di "tornare dalla cristianità il flagello d’una guerra e di conservare 'Un- quoque sub illorum custodia est. Que res urlìis quldem inaurata visa est ‘liii'iilumquc letati suinus ipsum a pud vos hoxpitari » etc. Scostandosi da Hl-‘•'»jiosdo de’ Conti <• It.vn:/.K (Misceli. I, 517), che parlano del 17 maggio, la •rslone dell’Archivio di Stato in Milano ha la data 10 maggio HiH). Altre versioni della lettera del sul t a no ad Innocenzo Vili ricorrono anche nl-nnwnti in raccolte di manoscritti; cosi per es. la lettera trovasi nel (od. 'ili ,u’ila biblioteca capitolare di 1j ucca. Inoltre (con la data 20 mag-eioi im*1 cori. 7 IH della Biblioteca di Jlonaooe nel Ms. 123 8 della B i b 1 i o-1 p'■ a Nazionale di Parici; vedi Thuasne, njem-Sultan 277. <’fr. Johoa, f'roUailr* I8O3. Il testo greco (efr. la Zeltschr. di Bbiw.eb VII, l.r>2; NoJ-iiao, F Orsini 340 e ora specialmente A. Mancini, Nulla corrispondenza fra Ifajazct II ' Innocenzo Vili, in Studi storici XIV. Pisa 1905, (103^111) nel Cod. Vatic. gr. 1 f. 219b e nel Cod. 1F. 33 della V a 11 i c e 11 i a n a in R om a. ha la data 28 «aggio 14!*0. 1^1 attera, come pure due altre, meno importanti e finora afflitto ignote del Sultano sono ora pubblicate da Mancini loc. clt. La terza lettera ‘111) del 28 ottobre 14iH>. fa congratulazioni al papa perjl ristabllimen o «Mia sua salute. Sulla seconda, del 17 agosto 1402, v. sotto, 271, n. 1. 1 Posso supplire la data mancante presso Sigismondo i>f. • onti , -lla nna copia contemporanea neH’Archlvio di Stato in Mi ano- h ,er“o Aon. Januar. ,1. 7». Sulle comunicazioni fatte dal papa agli innati nel Cfinclstoro del .1 gennaio, cfr. la relazione di Bortolomeo di Bracciano a ' irgimo 0r*ini. In detta data, presso BoCabd, Lettre» fa Home 300 s.