Contegno ondeggiante dei Fiorentini riguardo al conciliabolo di Pisa. 805 da Ferdinando un salvacondotto per Napoli e che scrisse all’ambasciatore spagnolo in Germania onde interponesse la sua autorità affinchè nessun prelato tedesco si recasse al concilio, mentre d’altra parte pregava l’imperatore a mandarne. « Nessuna intenzione onesta s’avea: eppure quest’ipocrita diventò presidente del concilio, nel quale egli persistette soltanto perchè il ritirarsene era impossibile o almeno pericoloso».1 Lo scarso favore incontrato ovunque da quest’impresa scismatica lo aveva talmente spaventato, che anche all’ultim’ora cercò di riconciliarsi col papa. Ma quest’uomo ambizioso e superbo, che già lerasi rotto col Cardinal Bri^onnet aspirante come ¡lui alla suprema dignità del papato, al pari dei suoi consorti non seppe decidersi ad annuire all’intimazione del severo pontefice, di recarsi cioè a Roma e dimandare perdono.2 Le speranze per l’impresa degli scismatici, dei quali «nemmeno uno era guidato da sinceri convincimenti»,3 peggiorarono ancor più per il contegno dei Fiorentini. Questi, da molti anni alleati della Francia, avevano bensì da principio concesso la città di Pisa per tenervi il conciliabolo, ma cominciarono presto a tentennare. Il Machiavelli ebbe l’incarico di persuadere i cardinali scismatici ad attendere e di esporre in Francia il vero stato delle cose. Nell’istruzione redatta per lui il 10 dicembre si dice: Nessuno mostra voglia di andare al concilio e quindi esso serve soltanto ad irritare il papa contro di noi, e per questi motivi chiediamo, che o non si tenga a Pisa o che almeno si soprassegga. Dalla Germania non si vede venire alcun prelato e dalla Francia molto pochi e con grande lentezza. Fa pure a tutti meraviglia vedere un concilio indetto da soli tre cardinali, mentre i pochi altri, di cui vanno spacciando d’aver l’adesione, dissimulano e differiscono la loro venuta. Siccome però Luigi XII insisteva perchè il concilio si tenesse in Pisa, i Fiorentini, sebbene riluttanti, dovettero acconciatisi. Colla loro incerta condotta essi non contentarono la Francia e disgustarono il papa. Questi lanciò l’interdetto e allora Firenze appellò al concilio generale, senza tuttavia dichiarare se intendevasi quello di Roma o quello di Pisa.4 1 l'i-iniA-VN 20-29, dóve i documenti. Sul nepotismo e il fasto del Car-Tajal vedi Rossbacii, Carvajal 100 s. 2 Morsoun, L’Abbate di Monte Subagio 17 s. Giudizio di CLiEhmanx 29-30. 1 Cambi XXI, 266. Vitxaki, Machiavelli II2, 150-154. Perrexs II, 481. Machiavelli I, 540 s. Fbey, Regesten 101. I/istruzione pel Machia-1* nelle Opere, ed. Passkkini I, 132 s. La lettera di Giulio II, in cui questi ‘ sorta 1 Fiorentini a guardarsi dal conciliabolo di Pisa, in data di Iioma 7 settembre 1511, trovasi ora stampata in Viixari, Machiavelli II2, 555 e in Fer-!UTa' L'opera diplom. App. p. vi. palla lettera del Machiavelli del 13 settem-re 1511 sul suo abboccamento coi cardinali scismatici, comunicazioni a forma ‘1 estratti presso Ferrata loc. cit. 105 s. n.