Ì72 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 6. vere piuttosto con la pace che con la guerra ciò che gli spettava, ma che non scenderebbe a negoziati sotto alcun’altra condizione tranne questa, che si sottraesse dalle mani dei Veneziani quanto questi eransi usurpato per qualsivoglia titolo vuoi di terre della corona imperiale vuoi di stati ereditarli austriaci. Avendo Giulio II affidato ¡a tre cardinali le pratiche ulteriori, il Lang nella sua alterigia dichiarò andarne della sua dignità nell’avere a trattare con altri che col papa e delegò tre suoi gentiluomini perchè udissero i suddetti cardinali. Il contegno del Lang verso lo stesso capo supremo della Chiesa, il papa, il quale erasi lusin- to di cattivarsi colle più alte dignità e ricchi benefici quel vescovo tedesco conosciuto come un «pappatore di prebende», era afi'.i to inaudito. 11 Lang trattava con Giulio II come se la tiara po. e già sul capo del suo sovrano, l’imperatore. L’ambasciatore veneziano parla tutto fuori di sè della pompa onde il vescovo di Gurk si circondava, e come solo di rado facesse visita al papa. A a udienza il Lang non si conduceva come un ambasciatore, ma come un re — voleva confabulare col papa a capo coperto e seduto, 'ion può far meraviglia che fallissero completamente quelle prat he, le quali, dati gli scopi e i desiderii diametralmente opposti dei fattori influenti — il 16 aprile vennero scomunicati tutti i faur°i'i di Luigi XII1 — erano già in sè poco promettenti.2 Il 25 aprile il vescovo di Gurk lasciò improvvisamente 1 la corte pontificia, quasi senza congedarsi e con un contegno di minaccia». L’ambasciatore veneziano riferisce che il seguito del 1 àulla bolla vedi Raynald 1511, n. 50. Gli sforzi del Lang erano «diretti nel senso del suo signore a riconciliare il papa colla Francia, a isolare con 1 1 ' \enezia e a ristabilire nella primitiva estensione la lega di iCambrai, forse un* che rafforzata coll Inghilterra. Invece il papa e Venezia cercavano di guati1** gnare il vescovo e con esso l’imperatore, onde poter poi con forze unite dare addosso ai Francesi ». Huber III, 389-390. Sanuto XII, 126-129, 139, 140, 147, 160. Lettere di Lang in Lettre* Louis XII, lì, 107 s., 139, 182, 205 s. 'Paris de Grassis, ed. Frati, 265 ss., 2bl-272 (si corregga qui l’errore di stampa 27 Aprilis in 25). Petrus Martyr. ep. (28 aprile) ; cfr. Sciiirrmacher VII, 583, n. 2. Coccinius, De bellis 'tal'“* (presso Freher II, 542 s.). Bernardi II, 323 s. Guicciardini IX, c. 5. il osserva: «La quale indegnità divorava insieme con molte altre il pontefici’-vincendo la sua natura l’odio incredibile contro ai Francesi ». Le Glay, I. 394 ?• Brewer, State Papers of Henry Vili, I, 168. Cfr. Havemann II, 389 s. Bbosch. Julius II, 220, 353. Rom.vnin V, 256. Ui._ma.vn II, 426 s. Huber III. 389-31» ( ueighton IV, 127-128 e riguardo alla narrazione del Coccinius gli studii '1 Krieges : Lcber die Bedeutung des vierton Buches von Coccinius’ Schrift * ‘ " bellis itulicis » p. 27 s., i quali però non ?>ono esaurienti e sono anche in Parf' errati. Così per es. p. 32 ; la notizia del Coccinius « che il Lang sia stato 1 * giorni a Bologna è sbagliata. Era venuto l’8 aprile, e il 15 riparti », e cita i» conferma le Lettres de Louis XII, II, 205. Ma qui si dice che il Lang non ripar'1 che il 25. Invece del Coccinius qui va dunque rettificato il Krieger. Sul come pappatore di prebende vedi Stàdtechroniken XXIII, 75.