156 Introduzione. dei Fiorentini non iscoraggì il Savonarola, anzi lo infiammò vie più a continuare senza riguardi la lotta contro i vizi; in pari tempo però la sua fantasia riempivasi delle storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, le Visioni degli antichi profeti e dell’Apo-calisse rivivevano innanzi ai suoi occhi. Un giorno credette di avere una visione e di udire la voce di Dio, che gli ordinava di annunziare a! popolo le calamità che minacciavano la Chiesa. In breve la fede nella ¡sua divina missione divenne in lui certezza. «Tratto una volta nel cerchio magico delle visioni e dei sogni, non n’è più uscito fino al giorno della sua cattura».1 Quando negli anni 1484 e 1485 lo mandarono a predicare la quaresima nella cittadina di S. Gimignano posta sui monti di Siena, i suoi superiori non fecero che secondare i desiderii del Savonarola. Quivi egli osò per la prima volta esporre il suo programma profetico riassunto nelle tre celebri proporzioni : « La Chiesa sarà flagellata — poi rinnovata — e ciò sarà presto » Nell'anno 1486 espose in Brescia l’Apocalisse, minacciando la collera divina ed eccitando tutti ad una penitenza generale. Il consenso che trovarono queste prediche ridonò al Savonarola quella fiducia in sè stesso, che aveva quasi perduta in Firenze. «Vi ho aperto il mio icuore — scriveva egli a sua madre il 25 gennaio 1489 — assai più di quello che non aveva pensato di fare. Sappiate adunque, che esso è più che mai fermo ad esporre l’anima, il corpo e tutta la scienza che Iddio m’ha data per amore di lui e salute idei prossimo, e poiché questo non posso farlo nella patria, voglio farlo di fuori. Confortate tutti al ben vivere. Oggi partirò per Genova». L’anno medesimo fe’ ritorno a Firenze.2 II 1° agosto 1490 il Savonarola salì il pergamo di S. Marco per esporvi l’Apocalisse ed ottenne un pieno successo. Il cambiamento eh? intervenne in suo favore fu altrettanto improvviso che grandioso. Vista la folla enorme che correva alle sue prediche, nella quaresima dell’anno 1491 gli fu assegnato '1 pulpito del duomo. Per ore ed ore migliaia di persone attendevano il comparire di quell’uomo piccolo, dal volto pallido, dalla fronte solcata di rughe, dal naso spiccatamente aquilino, dagli occhi di fuoco e acuti come AquinofciMcm [Roberto «In ¡Lecce], Paulum dijnstem itisi religione prohibil** egtCm. Mono entusiasta di questo giudizio e di quella del Poliziano è la testi-tnonianza dello storico senese Sigismondo Tizio, ehe udì egli pure il predicatore e loda i suol pregi esteriori ina lo caratterizza pili come un rftore (presso P Picoot-oMim, Tizio 121). Su lui cfr. anche Tirahoschi VI 2, 423-42S : Zaxotto. Storia dello predico zi One 124 ss. e A. Perini, Un emulo di Fr. G. Saeonarola -Fr. Maritino do Geno zzano, Roma 1U17. che spesso con successo difende il sno eroe contro l'ingiusto giudizio datone dal Vlllarì. Sulla rivalità tra Mariano e Savonarola cfr. Lucia, ¡Savonarola 77 ss. 1 ScilWAn in IMerahirblatt di Itomi IV, S9S. 2 Vili.ari, Is, 88-91.