Libro III. Giulio II. 1503-1518. Capitolo 8. che si possa concepire, degno d’un Bramante come del suo grande mecenate.1 L’unico disegno ancora esistente di Bramante svela le sue idee originali nei particolari : una croce greca a braccia uguali con una gigantesca cupola nel centro modellata sul Pantheon e quattro ipiccole cupole ai lati ; i quattro bracci della croce terminanti a semicerchio. Dei vestiboli ornati di colonne menano nell’interno. Caratteristica per il disegno è la straordinaria grandezza e larghezza della cupola. « Per dar vita ai piloni il Bramante creò il motivo di grandi nicchie di straordinaria efficacia, tolto da antiche costruzioni, ma di cui egli genialmente si valse come di uno schema fondamentale dominante per dar forma a tutti gli spazi. I quattro spazi minori delle cupole negli ¡angoli, il cui diametro importava la metà della cupola centrale, colla loro luce più temperata disponendo in modo suggestivo dovevano condurre allo spazio principale, ma all’esterno, come appare dalla medaglia lavorata ia quel tempo dal Caradosso, dovevano in discreta subordinazione tenersi alla medesima altezza dei tetti a spiovi dei bracci della croce ». Agli angoli esterni dell’edificio dovevano sorgere quattro sagrestie e cappelle, monche f campanili. Secondo questo progetto il tamburo della cupola centrale ornato di un giro di colonne doveva librarsi a mo’ di magnifica corona al di sopra della tomba del principe degli Apostoli irradiata di luce,2 e sulla cuspide del più bello edificio dell’antichità levato in aria doveva sfolgoreggiare la croce come simbolo del trionfo del cristianesimo sul pagane- i Redtexbacher in Zcitachr. di Lì'tzow IX. SOI. Burckhardt. Cullili' I:- 112. parlando del concetto del nuovo S. Pietro, quale lo voleva il Bramante, dice che esso è forse la pili grandiosa espressione di qualunque siasi forza unitaria. Il OhKiOROvirs Vili-. Ili osserva: «I n uomo, che progettò «li edifica''* il S. Pietro di Roma e con ardito coraggio ne gettò le fondamenta, ha i*?r ci" solo il diritto di vivere eterno nella ricordanza del genere umano ». ^ Vox Geymì'i-i.er 222 s.. 233 s.. 244 s.. 257 s Recensione del Lvbke in I Un. Zritmifi 1SS2. nr. 2111 lìril. Li'bkk. fìexch. (ter Architeli tur 11'! (Lei|>z>-1886). 361 s. BuRCKHÀRDT-Hon/rzlNGKR. Raiaixsance 126. Le medaglie colla scritta : Templi Peltri I tinto tira ciò .presso vox < 1 kym ì'M.kr tav. 2. come pure jieH'eccellente riproduzione che trovasi nella magnifica op ra J,c Vatic'i" p. ."I32. Sembra del resto clic l’amministrazione della fabbrica non si attenesse al disegno fissato nel collocamento della prima pietra, e die piò tardi. f|ll"'i ]ier ragioni liturgiche, si delil>ernsse la costruzione di un edificio oblungo. L> copia più fedele di questo progetto tic futi tiro del Bramante il Sbmper la tro'« nel duomo di Carpi. Quest’opinione era già stata esposte dal Semper nel 1''1' iiel suo U rama aie 46-47. Poi la svolse ancora di piò nella sua splendida opc^1 su Curiti 51 s„ ove discusse anche la dissertazione di vox (Jeym ìtj.kr 111 Zeitxch. di I.ctzow XIV. 289 s.