innocenze» Vili e i letterati. ¿89 Sinibaldi. La generosità di quest’uomo viene celebrata in partico-are i Matteo Bosso e da Giovanni Battista Spagnoli, entrambi tenuti in molta stima come poeti improvvisatori ; quest’ultimo parlò .na volta nel giorno della festa di Ognissanti del 1488 alla prezza del papa e dei cardinali e recitò pure talvolta dei carmi latini in banchetti papali.1 II dramma classico in l'ingua latina rinacque in Roma sotto Innocenzo Vili. L’impulso venne da Pomponio Leto, capo dell’accademia romana, che con zelo infaticabile propumò che nelle feste dell’accademia sii rappresentassero com-¡osizioni antiche, specialmente le commedie di Plauto e di Terenzio. Queste rappresentazioni non rimasero a lungo ristrette alla piccola cerchia eletta degli umanisti dell’accademia. Cardiali ul altri alti dignitarii misero a disposizone di Pomponio loro palazzi. Più che tutti era il ricco e potente cardinale Raffaele Riario quegli che studiavasi di promuovere con liberalità princi)>esca il teatro per mezzo di ricchi scenarii. Allorché l’uma-nista Giovanni Antonio Sulpizio da Veroli, dal 1480 impiegato all'università romana e benemerito quale editore della prima edizione di Vitruvio, volle rappresentare una tragedia, il cardinale irli ff ;o preparare una messa in scena oltre ogni dire magnifica, k* tragedia, probabilmente l’Ippolito di Seneca, riscosse tanti applausi, che fu ripetuta in Castel S. Angelo alla presenza del Papa. • il giovane Tommaso Inghirami, per la parte da lui rappresentatavi, ricevette il soprannome di Fedra (Phaedra). A quale potenza fosse giunto in Roma al tempo d’Inno-enzo VIII il moto del rinascimento e come l’entusiasmo per tutto ch’era antico fosse penetrato anche nel popolo, rilevasi da un ‘atto avvenuto nella primavera dell’anno 1485.3 •\ltre notizie presso Cus in Qtom. A. Lctt. ital. XXIX, 422 .3.; cfr. P. Am- s‘ 1)0 rebus gestii Bapt. M un tinnii (Taurini 1784) 35. fiiKABOSCJHi VI - ->i g. ('fr- Flechsig 42-44; Oatt loc. cit. 423, nota 3. Renazzi I, 237-238. Ti- > J'"1,1 ' 1 2, 205, 394. Su G. A. Sulpizio cfr. B. Bucci, L'Umanesimo e la -eno, Xrani 1913. f4l)i. 1x1 relazione pia credibile intorno al ritrovamento del cadavere d’una 'mm- ' romana nel 1485, trovasi nel diario del \Notaio di Nantipobto 1094 t ^ ' “ostasi, ed. Tosi 47). ,Ofr. inoltre la lettera di Bartolomeo Fontius • Sacchetti pubblicata da Jaxitbchek, Gesellschaft der ¡Renaissance 120 J 'n una forma più corretta in Repert. f. Kunstwissenschaft VII, 2B9-240, (lut‘ «Itre lettere date alla luce da Hülsen in MitthrU. d. ostar. ‘ •u ' * 1 dove trovasi anche la miglior critica delle diverse rela- .M(1t ' fr- inoltrt IKFE88URA 178 s. (cfr. Arch. d. Hoc. Rom. XI, 532 s.) ; ßioi- IU;> t)E’ II, 44-45; (Alexasdek ab vAlbxandro, JHes geniales III, c. 0 -, *AEL Volatekrasus, Cautimcnt. urb. (Lugd. 1552) 964; Ant. dp: Vabano • tt » rìÌr? a,tra relazione, ancora inedita, fu da me trovata nel * Protocollo '"sii ' PAoi'° Besitiesi (/*. ^fl.}) sotto la scritta: «Nuovo Ricordo clioinc nn' doni. 1485 «lei mese d'Aprile ci fu lettere da Boma chome in via Appia P*»tor, Storia dei Papi, IH. 19