564 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 10. Anche Ferrara si offrì di mandare al papa delle milizie a Roma ove ne avesse bisogno a causa di una rivolta degli Orsini.1 Tuttavia un aiuto effettivo Cesare non l’ebbe che dalla Francia; questo però fu sufficiente, tanto più che i suoi avversari perdettero tempo in trattative e poi si sbandarono. Cesare mise tutta la sua arte onde infrangere la lega e raggirare i congiurati, i quali caddero quasi ciecamente nella rete di quell'uomo assetato di vendetta.2 Antonio da Venafro e Paolo Orsini vennero ad Imola, dove fu giurata la pace e una lega difensiva e loffensiva tra il duca e i ribelli ; questi ultimi si obbligarono a sottomettere di nuovo Urbino e Camerino. Il Bentivoglio negoziò da solo con Cesare e il 2 dicembre si venne ad un accordo anche con lui.3 Poco dopo Urbino e Camerino tornarono di bel nuovo in mano di Cesare. Il 10 dicembre il duca, che aveva poco dianzi ricevuto considerevoli somme dalla cassa del papa,4 reicossi con le sue truppe da Imola a Cesena. Nessuno sapeva indovinare lo scopo di tali mosse, tutto era un mistero, poiché — scrive il Machiavelli questo signore non comunica mai cosa alcuna, se non quando e’ la commette e commettela quando la necessità strigne.5 Ben tosto però isi vide chiaro, che avevasi di mira la presa di Senigallia. Andrea Doria, iche aveva il comando di quella fortezza, quando vide l’esercito di Cesare avanzarsi a miarcia forzata e che anche le milizie di Vitellozzo e degli. Orsini marciavano avanti a lui per dare l’assalto alla città, se ne fuggì a Venezia. Il comandante da lui quivi lasciato dichiarò di non voler consegnare la cittadella se non a Cesare.6 Questi entrò in Senigallia il 31 dicembre. Quivi gli mossero incontro Vitellozzo, Paolo Orsini, il duca di Gravina e Oliverotto di Fermo. Egli li accolse cortesemente ed entrò con essi in casa, però li fece subito catturare disarmando anche le loro genti. In quella medesima sera Vitellozzo e Oliverotto ven- 1 Gregorovius VII» 463. 2 Sigismondo db’ Conti II. 262. 3 Oltre al Villari loc. cit. 406 s. cfr. anche Cipolla 788 e Alvisi 547 ss-550 ss. Woodward 267 ss. ‘Per le trattative cogli Orsini cfr. Lisini, C. Borgia e la Repubb. Senese 141-143. ISolo lo scaltro Pandolfo Petrucci non cadde nell;' trappola. Lisini 108. * * «Die III. ¡Decemb. [1502] recepi ducat. 0000 anri in auro... a iS. D. ^ numerata in camera iSusaune... mittenda in summà due. 15000 ili. duci V'1 lentino, que recepi in duobus sacculis ». * Intr. et exit. 532 ; frammento legar” in line f. 4. Secondo gli altri dati di questo volume 'Cesare consumò a scopi militari somme addirittura enormi. In Perugia egli aveva 600 mercenari! scili: v. * Intr. et exit. 533, i. 201. Archivio segreto pontifici" Sul numero delle forze di battaglia di Cesare allora cfr. P.KOsrtrt 533 s. s Lettera del 28 dicembre ; vedi Villari I2, 417. e Vellari, Machiavelli I2, 41S s.