Sospetto contro gli Orsini come uccisori del duca di Gandia. 439 marzo egli se ne fuggì da Roma a Pesaro.1 Secondo una relazione veneziana Giovanni al tempo dell’assassinio sarebbe venuto segretamente a Roma, mentre vi sono delle lettere milanesi che attestano la sua presenza presso Lodovico Moro. Del resto quell’uomo gravemente offeso, sul quale oltre ai motivi personali agivano forse anche delle ragioni politiche, poteva benissimo essersi servito di sicarii pagati. Che il ¡marito dii Lucrezia «fosse capace di un tal misfatto, lo dicono le sue sfuriate in Pesaro nel settembre del 1503».2 D’altra parte in favore della sua innocenza nell’uccisione del duca di Gandia sta il fatto, che Alessandro VI fin dal 19 giugno respinse l’accusa contro il tsignore di Pesaro, dopo di ohe ¡il sospetto si dileguò.3 Durante i lunghi negoziati per il divorzio Giovanni Sforza, per quanto allora se ne dicesse male anche per altri motivi, pure non fu incolpato di quell’uccisione. Apertamente invece e senza tregua vennero accusati gli Orsini come autori principali di quella scena di sangue.4 Infatti, data la ben nota ostilità ed esacerbazione degli Orsini contro i Borgia, un tale sospetto doveva presentarsi da sè, massimamente poi che il duca dii Gandia era stato l’anima di tutti i maneggi in danno degli Orsini e che colla sua uccisione questi ultimi potevano sperare di aver rimossa la possibilità di un nuovo attacco. Accadde però il contrario. Alessandro VI, che da quanto sembra vedeva negli Orsini gli indubitabili primi istigatori dell’assassinio, meditava di farne vendetta. Nel dicembre si seppe che era decretata la distruzione degli Orsini: in quel momento venne a interporsi Venezia costringendo il papa a desistere dal suo disegno, che tuttavia non venne abbandonato mè potevasi abbandonare stante il contegno assunto dagli Orsini. Infatti nel febbraio 1498 si riferisce come gli Orsini insidiassero alla vita del pon- 1 Saxitto, 569, già prima stampato in Brown I, 05. Una relazione del 14 giugno presso Sanuto I. 056 dice, che Lucrezia, essendo in lotta col marito, erasi ritirata nel monastero di 'S. Sisto .sulla Via Appia. Già questa relazione mostra essere erronea l’opinione di Balan V, 372-373, che Lucrezia abbia lasciato il Vaticano soltanto dopo la morte del Gandia. Che ciò avvenisse prima, “ che Lucrezia allora fosse in discordia anche con suo padre, rilevasi dalla * lettera di un relatore estense, che fin dall’8 giugno 1497 cosi riferisce : * « Mad. Lncretia. figlia del papa e moglie del S. de Pesaro, s'è partita di palazo insalutato hospite et essene andata in uno monasterio di moneche chiamato s- Sixto et la se .sta ; .alcuni dicono che vole esser monacha et etiam alcuni dicono molte .altre cose que non sunt credenda litteris ».Archivio di S t a t o * " il o d e n a. l.a dimora di Lucrezia nel monastero di |S. Sisto causo un rilassamento della clausura fino allora strettamente osservata, che venne ristabilita dopo la morte di Alessandro VI : v. Chroniques du monastère de H. Sisto 't de s. Domenico e Sisto à Home, Levanto 1919. -51. 2 Knopflek, Tod des Herzogs ron Gandia 464-465. Cfr. anche Hófler, Don Rodrigo de Borja 77-78. 3 Cfr. sopra p. 436. 4 Cfr. sopra p. 433 e Cappelli, Savonarola 89.