618 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 12. scenza primitiva l’ospedale di S. Spirito. E spicca come potente-mente dominatore e protettore Castel S. Angelo. Trastevere, colle sue numerose chiese antiche e turriti palazzi era ancora totalmente separato da Borgo. Anche nella città sulla riva sinistra del Tevere a lato del Pantheon e delle due grandi colonne imperiali si elevano dappertutto dal groviglio dei tetti delle case per lo più piccole, le torri dei palazzi dei cardinali e della nobiltà; mentre quasi completamente scompaiono le basse cupole del primitivo rinascimento. Il tutto fa quindi l’impressione di una città genuinamente medievale. Allora si conservava molto più dell’antica Roma che cento anni più tardi, ma molto era anche meno visibile che ora. Così al Colosseo il pianterreno compare interrato quasi fino alla metà e più ancora era coperto di macerie e terra il Foro. La basilica di Costantino, allora detta Templum Pacis, era tuttavia decorata da una delle otto colossali colonne di marmo bianco. Sulla cima meridionale del Palatino, popolata d’alberi, potevasi ammirare il grazioso residuo del Settizonio. La statua di Marco Aurelio stava dinanzi al Laterano; i domatori di cavalli, su una base antica, ma posteriore, davano al Quirinale il nome di Monte Cavallo; fra vigne spiccavano là i resti delle terme costantiniane e del tempio di Serapide. Ancor più poderose erano le rovine delle terme di Diocleziano e di Caracalla. Tutte queste parti della città, dense di popolazione nell’antichità, all’infuori delle vecchie basiliche e di alcuni monasteri non presentano quasi abitazioni. Quanta desolazione regnasse dappertutto qui e quanto a lungo perdurasse, e dimostrato dal fatto che nel 1512 un lupo girovagava nel Colosseo. Le imponenti reliquie degli edifici antichi, gli archi trionfali e le colonne onorarie, i resti sparsi dappertutto delle decorazioni, le poche statue esposte al pubblico, le opere plastiche sul Campidoglio e in possesso di privati, finalmente le numerosissime iscrizioni venivano solennemente studiate dai dotti antiquarii e artisti. Un’idea molto più viva che le enumerazioni dei dotti ci procurano di ques * resti del mondo antico i libri di modelli e di schizzi e i fogli staccai, degli artisti.2 Tra i libri di modelli formati per memoria, per utilizzazione nelle proprie creazioni o per istruzione a scolari ricordato in primo luogo un volume d’un architetto fiorentino messo insieme al principio del Cinquecento, divenuto famoso so " il nome del suo posteriore possessore, l’ecclesiastico e antiquario bamberghese Andrea Coner.3 Fra i libri di schizzi di importali' 1 Vedi Paris de Grassis, ed. Dòhlingek 427. . 2 Cfr. A. Bartcej. I monumenti antichi di Roma nei disegni degii di Firenze I, Roma 1914. ■ „< 3 Ora nel Museo Soane a Londra; vedi Ashby, Sixteen-century ||(. of Roman Buildings attributed to A. Coner (Pap. of the British School at II). London 1904.