658 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 1. Pio III era sereno e rassegnato. Sebbene non credesse ancora alla sua prossima fine, il 17 ottobre ricevette per la seconda volta durante la sua malattia il santo Viatico e la notte seguente il Sacramento dell’Estrema Unzione. La sua divozione commovente edificò i circostanti.1 Calmo e rassegnato alla volontà divina esalò l’anima sua la sera del 18 ottobre.2 * Dispacci di A. Giustinian II, 252. Bubchakdi, Diarium (Thuasnki III. 285, (Celami) li, 393. 2 L’ora della morte vien data in modo diverso. Il * Gliivizzano e G. I.. Cutanei nei loro * dispacci del 18 ottobre parlano dell’ottava ora (Archivio Gonzaga in Mantova), della decima i Dispacci di A. Giustiniax II, 253, Btjkchabdi, Diarium (Thuasne) III, 285, (Celami) II, 398 e il Notar de Masiis presso Gobi, Archivio IV, 24*4 (con data falsa). La notizia del Malavolti, Istoria de' Sanesi Vili, 3 che Pio III sia stato avvelenato da Pandolfo Petrucei di Siena, trovasi senza il nome dell’avvelenatore in una * cronaca contemporanea nel Cod. LUI, 12 della Biblioteca Barberini di Roma. Novaes VI, 130 è inclinato a prestar fede a questa voce, ma ci si oppone il fatto, che gli ambasciatori allora dimoranti in Roma non fanno punto parola di questo ; cfr. Petbuceixi della Gattina I, 455. iContro la notizia v. anche Piccolomim, Di Pio III p. 108 (9). Tizio, che non tricorda l’accusa contro Pietrucci e che per conto suo crede a morte naturale (v. qui sotto) registra un’altra voce di avvelenamento ad opera di un cardinale, che pare sia diretta contro Giuliano della Rovere (Piccolomini loc. cit. 127s. [28 s.], ma che va parimenti considerata unicamente quale espressione della tendenza, così comune nel Rinascimento, a spiegar la morte altrimenti che con l’opera della; natura, osserva il PiccoloìHM-Pio III fu tumulato accanto a pio II vicino alla cappella di tS. Andrea in S. Pietro. Le spese furono sostenute dai suoi fratelli Giacomo e Andrea (cfr. il documento in Piccolomini, Documenti 39-43). Nella nuova fabbrica della basilica sotto Paolo V di cardinale Alessandro Moltalto nel 1614 curò che la tomba si trasportasse in 6. Andrea della Valle, dove fu composta di fronte a quella di Pio II (Sigismondo de’ Conti II, 293, 325. Mai, Spirti. IX, 2t>ò-Dionysius Vat. crypt. 123 ss. Müntz, Les arts 273, 277-278). Steinmann II >,J; Il gonfio epitafio è di data posteriore ; nel suo testamento il Piccolomini era-i lasciato un’iscrizione assai semplice e modesta; vedi Picooìlomini, Documenl‘ 41, n. 2 ; ibid. 20 sul bell’anello che pretendesi essere di Pio III, il quale ora appartiene al principe Corsini e conservasi nel Museo Nazionale di Firenze. All’ospizio tedesco dell'Anima Pio in legò 100 ducati, 300 libri e il calice del qua'< fece uso ogni giorno poiché fu papa. Kersch raumer 19-20; Sciimidlin, Ami”" 253 s. ; Scklecht, Pius III. 3 (307) ; Nagl, Urkundliches zur Gesch. der Ani’M-in Röm. Quartalsehr. 12 Supplementheft [1889], 23, n. 105. (Sulla sorte dei c° dici, che Francesco parte ereditò dallo zio Pio III, parte acquistò e che, conformi a determinazione da lui presa poco prima che fosse elevato alla sedia pontifici ^ dovevano conservarsi nella biblioteca da lui fondata presso la cattedrale 1 Siena, cfr. Aen. Piccolomini, De codicibus Pii II et Pii III deque bibliotheco Beclesiae Cathedralis Senensis, Senis 1900 (da Bull. Senese di st. Vatr- , [1899], 483-496). Piccolomini (491, n. 1) esprime il dubbio se sia stata esegui a la disposizione testamentaria, secondo la quale i 300 libri dovevano assegnar all’Anima. Su medaglie e ritratti di Pio III vedi Armand II, 100. Utt a, 1’" lomini e Jahrb. d. Samml. d. österr. Kaiserhauses XVII, 142. Ofr. Mvntz-arts 272 s. Una stampa rappresentante Pio III trovasi nella collezione 111 au^ scritta d’immagini di papi )di Onofrio Panvinio nella Biblioteca di Monaco. Cod. lat. Mori. 1~>9, fol. 204; vedi Habtig in Hist. Jahrb. XXX <1917), 309, 314.