284 dei diritti e dei privilegi delle sue chiese contro 1’ invadenza laica (1). Ciascuno, dopo vane e inutili diatribe, fece uso delle armi di offesa e di difesa, di cui disponeva. Dopo più che un anno di paziente attesa, il metropolita, di soppiatto, ruppe gli indugi, abbandonò la dimora di esilio reaitino, si portò a Roma, accolto con deferenza da papa Giovanni (2), avanzò formale ricorso alla S. Sede contro il procedere dell’autorità veneziana, e provocò l’apertura di rituale giudizio canonico (3). Resistette il duca con espedienti dilatori, con astute schermaglie, con pretesti puerili, e infine con aperta ripulsa di abbandonare fedeli sudditi e servitori alle censure pontificie : egli si industriò di impedire a ogni costo un temuto giudizio (4). In seguito alla denunzia patriarcale il pontefice citò i diretti responsabili a render ragione dei loro atti presso la sinodo romana indetta per l’aprile 876. Rimasto inevaso il primo precetto, fu ripetuto per la sinodo del giugno, con pari effetto (5). L’ episcopato e il clero, volenti o no, restavano solidali con il duca, e la loro assenza dava buon gioco al principale accusato per sottrarsi a giudizio, al quale non partecipavano i colleghi della giurisdizione metropolitana (6). Falliti i due tentativi, il duca Orso, con tutta abilità, a un formale giudizio cercò sostituire un componimento amichevole in via diplomatica, con la promessa di inviare a Roma l’eletto Domenico accompagnato dal proprio figlio (7). Ma, o per la resistenza di Domenico o per il sospetto che la discussione si tramutasse in un giudizio, che era (1) Giovanni Vili al duca Orso, 1 dicembre 876, e al vesc. Delto, 1 dicembre (Monticolo, p. 317 sg., 319 sg. ; M. G. H., Epist., Vili, p. 15, 24, n. 18, 26). (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 122 : tandem patriarcha duci resistere noti valens, occulte de Veneciis exivit, Romamque adire disposuit. (3) Giovanni Vili al vescovo Delto, 1 dicembre 876 (Monticolo, p. 318 ; M. G. H., Epist., VII, 23 sg., n. 26). (4) Giovanni Vili al duca Orso, 24 novembre, 1 dicembre 876 ; 27 maggio, 18 luglio 877 (Monticolo, p. 312, 320, 325, 327 ; M. G. H., Epiat., VII, p. 15, 19, 51, 55, n. 18, 21, 52, 62). (5) Monticolo, I manoscritti cit., p. 113 ; Kehr, Rom cit., p. 62. (6) Giovanni Vili al duca Orso, 1 die. 876 (Monticolo, p. 321 ; M. G. H., Epist., VII, p. 15, n. 18) : se non venientibus episcopis venire non posse. (7) Giovanni Vili al duca Orso e all’eletto Domenico (Monticolo, p. 321, 324 sg. ; M. G. H„ Epist., VII, p. 15, 18, n. 18, 20).