I dipinti di Raffaello nella Stanza della Segnatura. licenziati dal papa e vedere affidata l’intera esecuzione dei lavori al giovane genio di Urbino, ma non si può per questo accusare il papa d’ingiustizia avendoli egli sempre apprezzati e ricompensati secondo il merito.1 I dipinti di Raffaello nella Stanza della Segnatura, dei quali il mondo deve saper grado all’illuminato accorgimento di Giulio II, sono le opere sue più concettose e più celebrate. Per quanto oggi siano sbiaditi e qua e là danneggiati dalle ingiurie del tempo, questi affreschi formano tuttavia lo stupore di tutti gli artisti e di quanti sono amanti delle arti.2 Finché di queste opere uniche al mondo sussisterà una traccia, tutte le nazioni pellegrineranno a questo santuario dell’arte. All’importanza di questi dipinti corrisponde la letteratura cui essi hanno dato luogo,3 la quale aumenterà anche in futuro poiché questo ciclo di affreschi è nel numero di quelle rare creazioni artistiche, che sono inesauribili quanto il cielo, nel quale si possono sempre scoprire astri novelli. Un sicuro punto di partenza nel prenderli ad esame ci viene offerto dalle figure allegoriche di donna chiaramente controdistinte da iscrizioni, che Raffaello dipinse in grandi medaglioni nelle quattro calotte della volta a stucco di stile antico. Il colorito forte e pieno di nobili figure viene attenuato da un fulgido fondo d’oro di finto mosaico. Le figure, troneggianti su seggioloni di marmo, sono quasi le soprascritte che servono ad illustrare i dipinti delle pareti. La scienza della fede, cioè la teologia, abbraccia la notizia delle cose divine (divinarum rerum notitia), come dice la scritta di 1 Schmarsow, Pinturicchio in Rom 85-80 osserva inoltre: «Giulio II lia compiuto il giudizio che era voluto dallo sviluppo storico e che la storia ha fatto suo ». Circa i rapporti di Raffaello con Giulio II ottimamente osserva il Pératé 552 : « Il le conquit à son oeuvre, il l’inspira et l’on peut même dire qu’il le transforma, le grandissant et réchauffant il la flamme de son propre génie ». 2 Circa i danni cfr. Platner II 1, SIS s., sui « restauri » Kt.aczjko 203 s. Più di tutto è sfigurata dal pennello del restauratore la (Scuola d’Atene, anche la Disputa è qua e là guastata, mentre le meglio conservate sono le tre virtù cardinali ; vedi Waibmas», Die Farbenkomposition in Raffaels Stanzenfresken, in Zeitschr. für bild. Kunst N. F. XXV (1914), 22 s., 76 s. La delusione che Ho stato attuale degli affreschi desta al primo visitarli, è descritta al vivo da Taine, Voyage en Italie I, 170 s., ma ben dice Széosen, Raffael 557 : « Appunto questi danni esterni ci fanno sentir doppiamente la forza spirituale dei freschi vaticani di Raffaello». » Circa la letteratura che li illustra v. sotto. La mia descrizione, per la quale mi servii specialmente del Platner li 1. 322 ss. : del Passavant I. 139 s. ; del Lübke, Ital. Malerei II. 260 ss. : dello Springer 150 s. (2 ed. I, 205 s.) e dello studio del Boi-e, è stata abbozzata davanti agli stessi affreschi e nella primavera deU’anno 1893 messa nuovamente a cooifronto coi medesimi. Per la presente edizione essa fu di nuovo riveduta e migliorata.