246 Libro I. Innocenzo Vili. 1484-1402. Capitolo 3. cronista dice di non volerne descrivere lo sfoggio di magnificenza poiché lo si riterrebbe per inventato.1 Tale asserzione vien confermata dalle relazioni contemporanee di ambasciatori; specialmente poi un banchetto dato da Ascanio Sforza e durato sei ore avrebbe superato l’aspettazione di tutti. Mediante spettacoli si provvide poi anche ad altri sollazzi.2 A nuovo spiegamento di fasto diede occasione la celebrazione delle nozze di Luigi d’Aragona con Bat-tistina Usodimare fattasi in Vaticano-3 Insieme a tali feste si fecero però anche delle pratiche di grave importanza, poiché lo scopo vero del viaggio di Ferdinando era quello di ottenere dal papa l’investitura di Napoli onde assicurarsi così la successione al trono. Contro questo disegno svolsero molto solerte attività gli ambascia-tori francesi, che precisamente allora si trovavano in Roma per un altro importante negozio. Carlo Vili di Francia cioè onde ridurre in suo possesso quell’importante provincia aveva rapito al re Massimiliano Anna, l’ereditiera della Bretagna, sposata a Massimiliano soltanto per procura. A causa di quegli sponsali per procura eravi bisogno della dispensa pontifìcia; poi ci volevano anche altre dispense poiché Carlo era fidanzato con Margherita di Borgogna e imparentato con Anna. Queste dispense furono concesse, ma tenute nel più grande segreto e da Innocenzo Vili negate cogli ambasciatori. * Il re di Francia dopo questo buon successo sperava di potere impedire anche l’investitura di Ferdinando. Sotto un pretesto nella primavera del 1492 Perron de Baschi, scudiere di Carlo Vili, si recò a Roma per impedire l’investitura dell’Aragonese e a richiederla per la Francia.8 Ma quanto condiscendente erasi mostrato il papa nella questione delle dispense, altrettanto poco propenso si addimostrò nel soddisfare questo nuovo desiderio. La missione di Perron de Baschi fallì. Il giorno 4 giugno fu letta in un concistoro del Parenti (Biblioteca Nazionale di Firenze) cfr. anche la * rei*' zione di G. A. Boccaccio da Roma 27 maggio 1402. Archivio di Stato iB Modena. i Infessitka 273-274. * « E1 revmo inons. Ascanio fa uno apparato quodammodo incredibile l"'r honornre el dicto princiiie a casa soa ad uno pi-auso che sera tuto il giorno : f* cuprire tute quelle strade et cosi il cortìllo con quello suo orto guasto dove se farà el pranso con uno apparato regale et dove se recitarano molte comen Hi ut. Jarhb, VII, 451. 5 BrsKjt. Bcziehungcli 304. 531 s.