856 Libro ITI. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 7. nuove entrate e porta perciò fino ad oggi il nome di Cappella Iulia.! Fino allora i cantori si dovevano far venire dalla Francia e dalla Spagna, non trovandosi quasi affatto in Roma forze adatte. Ad ovviare a tale cattivo stato di cose doveva servire l’istituzione della cappella di S. Pietro, fondandosi così in pari tempo una scuola preparatoria per la cappella pontifìcia.2 L’accusa che si fa a Giulio II d’aver quasi completamente trascurato gl’interessi interni della Chiesa a causa della sollecitudine per la potenza politica ed esterna della Santa Sede, deve perciò rigettarsi come ingiusta e falsa. Invece il papa non potè andare assolto dal biasimo d’avere — sotto la pressione dello stato generale delle cose — rivolto maggior attenzione agl’interessi politici che ai religiosi, e d’aver fatto nel campo ecclesiastico-politico delle concessioni di grave momento a quei governi, coi quali stava in buone relazioni o da’ quali si attendeva un aiuto. Siffatte concessioni otteneva la Francia3 colla nomina del Cardinal Amboise a legato per tutto il regno, il governo spagnuolo col conferimento del patronato su tutte le chiese dell’Indie occidentali, * e colla Buia de Cruzada concessa la prima volta nel 1508-1509,5 il re del Portogallo relativamente alla collazione dei benefici nel suo regno.' Concessioni d’altra natura, ¡in parte anch’esse di non poco momento, furono fatte alla Polonia,7 alla Norvegia,8 alla Danimarca,* 1 Cfr. Tfist. Zeitschr. di Sybei. XXXVI. 162 e F. X. Habeel in Viertt I-jahrsschrlft f. Miisikirisscnschaft III (1887), 235 e., e Bausteine f. Musikgesch-Ili, Leipzig 1888, 47 s. Habekl osserva : « Prima del 20 settembre 1870 la CapeVa palatina cantava durante il pontificale ogni volta che il papa celebrava nelle chiese di Roma ; in S. Pietro invece i canti nell’ingresso solenne del papa erano eseguiti dalla Capella Julia. Anch’oggi gli stranieri curiosi credono per es. di potere udire nella settimana santa la cappella sistina, mentre sentono lo stile e il canto della Cappella Iulia ». 2 Vedi F. X. Habert. loc. cit. 249 (= Bausteine III, 61 ss.), il quale peri» assegna erroneamente all’anno 1512 invece che al 1513 la bolla sulla Capella Iulia stampata in Bull. Yatie. II, 348 s. 3 Cfr. sopra p. 683 s. i particolari circa la nomina del cardinale Amboi-e a legatus a hit ere per tutto il regno di Francia, una concessione del tutto straordinaria, come a ragione fa rilevare Mattlde, Origines 132 s. -* Bolla del 28 luglio 1508. Colección de los Concordatosi (Madrid 1848)-Hebnaez I, 24. Hebgenbother in Archiv fiir Kirchenreeht X, 15. Purrxn'sA e-mxg VIII, 200. L’esistenza d’una bolla di Alessandro VI del 25 giugno 1493 coUa quale sarebbe stato concesso ai re di Spagna il patronato su luti' le chiese e benefici del loro regno è dubbia : vedi Hergenrother loc. cit. e Phillips-Verino loc. cit. Sulla estensione del diritto di provvisione per tutti i benefici delle chiese cattedrali e collegiate accordato da Innocenzo ' W al governo spagnolo per l’isola di Sicilia vedi Sextis 102. s Hergenbòther loc. cit. 20 ; Hernaez I, 706 ss. « Cod. dipi. Portug. I, 104 s. i Caro V 2, 960 s. 8 Paìltuian-Muixkr 240, 298. Hist.-PoUt. Bl. CVI, 346 s. » Cfr. J. Lindbaek, Parerne» forhold, til Danmark under Kongeme Sri-» tieni og Hans, Kopenhagen 1907.