Sforzi scismatici di Massimiliano I. 777 e i prelati che aderiscono al concilio, non che da provvedimenti diretti ad impedire il concilio, nè alterare o alienare in questo frattempo i beni della chiesa romana; tali atti sarebbero nulli ed invalidi. Siccome il papa non dà alcun affidamento e spesso procede con prepotenza, basterà che quest’atto di convocazione venga affisso in Modena, Reggio e Parma ». Come convocatori del concilio si facevano i nomi dei cardinali Carvajal, Briconnet, Filippo di Lussemburgo, Francesco Borgia, Adriano da Corneto, de Prie, Carlo del Carretto, ¡Sanseverino e Ippolito d’Este.1 ILo scritto doveva divulgarsi « in tutte le quattro nazioni » ; ai singoli principi furono inoltre inviate il 23 maggio lettere speciali sollecitandoli a inviare li loro ambasciatori e prelati i quel concilio,2 che secondo l'affermazione dei cardinali convocanti doveva stabilire la vera pace nella cristianità, preparare una guerra santa contro i Turchi e riformare la Chiesa nel capo e nelle nembra. Tali erano gli intenti messi avanti, coi quali questi uomini ambiziosi cercavano di ricoprire i loro egoistici disegniti.3 L’intimazione d’un concilio motivata con futili motivi4 da parte di cardinali infedeli era un atto di aperta ribellione, una facciata usurpazione in quella sfera di azione ch’è propria del capo supremo della Chiesa. Da principio nessuno ebbe il coraggio di parlare al papa di quella citazione, ma naturalmente la cosa non potè rimanergli occulta. Dalle relazioni dell’ambasciata veneziana si vede quali gravi crucci cagionasse al papa la condotta di quei ardinali ribelli.5 Privato quasi totalmente del suo potere politico — tutto lo stato pontificio era iin quei giorni aperto all’esercito francese — Giulio II vedevasi ora minacciato seriissimamente anche nel campo puramente spirituale, giacché dietro i cardinali infedeli stava più che mai inviperito non solo il re di Francia, " 1 Kaynald 1511, n. 5-6. Mansi V, 349-353. ¡Sanuto UHI, 250-254. Hergen-ii‘>ther Vili, 437 g. Krarup og Ljndbaek, Acta \Pont. Dan. V, 543sS. TO. Guglia, /Alr Oesch. des II. Konziliunis von Pisa (1.111-12),, in Mitteil. des Inst. f. ósterr. Oesehichtsforseh. XXXI (1910), 55)3-010 (qui 594 ss. ulteriore bibliografia). Kk-'■ vitdet. Le concile gallican de Pìse-Milan. Documenti fiorentini 1510-12. Paris '922. Sui cardinali ribelli e i loro scopi jiolitici in particolare cfr. Ferrata. L'opera diplomi. 84-87. 2 Goldabt 1190, Lettres de Louis XII, II, 235-241. 3 Giudizio di Leumann 12. Cfr. iSandret, Confile de Pise 440 s. e sulle ■aire dei card. Sanseverino I't.mann, Abswhten 20. 4 Cfr. lo studio di Heboenrother Vili, 438 s. Leumann 29 osserva: «È superfluo parlare della competenza del concilio ; i suoi rappresentanti non aver ' ano in genere alcuna autorità per fare appello al diritto ». 5 Sanuto XII, 203, 218, 223. Paris i>k Grassi», ed. (Frati 281 s. 6 La risposta di Luigi XII alla convocazione del concilio diretta ai cardiali scismatici, del 18 luglio 1511, presso Ferrata, loc. cit. App. III. In essa L«igi XII dichiara la sua approvazione e aggiunge: Elegimus copiosum nume-rum praelatorum, theologorum et iurisperitorum de almis Unìversitatibus (raì-’’orum, ad cundwm et assist end il m in ipso gancio concìlio nomine OalUcanac Ecc lesiae.