Coraggio di Giulio II e primi suoi passi dopo la battaglia di Ravenna. 817 cacciare i Francesi dall’Italia. Subito vennero ordinati nuovi armamenti e Roma parve diventata un accampamento.1 A far sì che Giulio II si riavesse così presto Con iorza veramente meravigliosa,2 contribuirono non poco le notizie che il 15 aprile recò Giulio de’Medici cavaliere di S. Giovanni spedito a Roma con salvacondotto francese dal cardinal legato fatto prigioniero. Queste notizie erano così importanti che il papa ordinò al suddetto di ripeterle in concistoro alla presenza dei cardinali. Giulio de’ Medici descrisse le immani perdite e lo scompiglio dell’esercito francese, che aveva perduto il suo miglior duce; il nuovo generalissimo, La Palice, non conoscere la volontà del suo re ed essere in continue liti col superbo cardinale Sanseverino. In tali circostanze non esser punto a pensare che i Francesi affretterebbero la loro marcia contro Roma. In pari tempo vaghe voci annunziavano l’avanzarsi degli Svizzeri. Sempre più appariva che ili successo dei Francesi presso Ravenna non era stato altro che la vittoria di f’irro. Significativo per la mutata condizione delle cose fu il fatto, che il duca Alfonso di Ferrara fece ritorno nel suo stato e che il duca di Urbino staccatosi dai Francesi si rivolse al papa offrendogli le sue milizie.3 Ma siccome ciò non ostante i cardinali insistettero nelle loro esortazioni alla pace, il papa s’acconciò a negoziare coi Francesi. Tuttavia non è certo da credere che un uomo di stato come Giulio II potesse pensare seriamente in tal momento a una pace, che gli sarebbe costata troppo cara.4 Egli ■’tesso ebbe a dire apertamente che quelle pratiche non miravano ad altro se non « a chetare la furia dei Francesi ».5 Se la Spagna e l’Inghilterra gli rimanevano fedeli, egli poteva ancora continuare con buon successo la guerra contro colui, che l’aveva attaccato nel modo più sensibile sul campo ¡spirituale e temporale e che persino con* poesie e commedie lo faceva mettere alla berlina.6 1 'Sastuto XIV, 124. Cfr. Senabbga 013 ; Jovius, Vita Leonis X. II, 47 ; Egidio da Viterbo, ed. Hofxer 386-387; Frey, Diehtungen Michelangelo's >09 e la relazione dell'ambasciatore portoghese, finora del tutto trasandata dalla critica, del 16 aprile 1512 in Corp. dipi. Portug. I, 161-163. 2 Gregorovius VIII3 92-98. 3 Guicciardini X, c. 5. Per il sollecito cambiamento degli umori di molti ’n Roma è caratteristica la lettera assai fiduciosa dell’ambasciatore d’Orvieto del 18 aprile 1512 presso Fumi 161-162. Risoluto assai è il ** breve al cardi-0:1 ìe Gonzaga del 29 (aprile 1512. Archivio Gonzaga in ¡Mantova. 4 Tale il giudizio del Reumont III 2, 36 e di Roiirbachh-Knopkujr 299, che concordano quasi alla lettera. Per le trattative colla Francia e il trattato concluso ma non ratificato da Luigi XII, cfr. Lxrzio loc. cit. 122 s. 5 Sanuto XIV, 185; cfr. 1S9. 6 Cfr. sopra p. 782 s. Castor, storia dei Papi, III. 52