900 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 8. mai è stata rimossa dal suo luogo primitivo.1 Egidio riferisce per minuto gli sforzi fatti dal Bramante onde ottenere dal papa il permesso di cambiar posto alla tomba di S. Pietro. La facciata della chiesa non doveva più come prima guardare l’oriente, ma essere rivolta a mezzogiorno acciocché in tal maniera il grandioso obelisco vaticano, che ancora innalzavasi al suo antico posto nel circo neroniano davanti al lato meridionale della vecchia basilica, - venisse a stare avanti all’ingresso principale del nuovo tempio. Giulio II rifiutò di dare il suo assenso a questo progetto osservando che quelle cose sacre bisognava lasciarle intatte al loro antico posto. Il Bramante però insistette nel suo disegno. Egli diceva essere oltremodo conveniente, che il nuovo S. Pietro di Giulio II avesse per così dire nel suo vestibolo il superbo monumento degli antichi Cesari. Il sentimento religioso di quanti visiterebbero la chiesa verrebbe altamente sublimato se nell’entrare venisse scosso dalla vista di un sì grandioso monumento. Egli stesso sorveglierebbe personalmente lo spostamento della tomba di S. Pietro, promettendo che nbn avrebbe a soffrire alcun danno. Malgrado queste pressanti ed abili proteste Giulio II restò fermo al suo avviso di non doversi cambiare l’antica posizione della basilica. Nel modo più risoluto dichiarò al suo architetto, che per nessuna cosa al mondo tollererebbe, venisse toccata la tomba del primo papa. Quanto all'obelisco vi provvedesse il Bramante. Egli, papa, esser d’avviso doversi preferire il cristiano al pagano, la religione alla pompa, la pietà all’ornamento.3 Che nelle sue grandi imprese edilizie Giulio II partisse anzitutto da considerazioni religiose e che non cercasse in prima linea la sua propria gloria, si rileva non soltanto da questo interessatissimo colloquio avuto col Bramante : ne fa testimonianza anche una 1 Questo fatto venne recentemente posto fuori (li dubbio dalle ricerche fatte dal P. Grisar S. J., delle quali si può leggere il risultato nello Iscritto : Le tombe apostoliche di Roma, Roma 1S92. Quivi anche in particolare sulle premure dei papi perchè fossero conservate intatte le ossa dei Principi degli Apostoli. - 11 posto dell’obelisco (guylia) è ora indicato da un’iscrizione ; cfr. il Nastro voi. I, S37 (ed. 1931). Queste notizie, sfuggite a tutti i critici che si sono occupati della nuova chiesa di S. Pietro, anche al Geymuixeb e al Muntz, furono da me trovate wM'Historia inginti saeculor. di Egidio da Viterbo nella Biblioteca Angelica in Roma. Cod. 8, SS. Data la grande importanza della cosa e la"' toritfl del relatore, ch’era molto famigliare di Giulio II, ho riportato in AlM’-li. 1»,) i passi secondo l’originale. Indirettamente questa relazione, della quale recentemente I). Frey loc. cit. S9 rileva l'importanza per la caratteristica del 1 indirizzo dell'arte d’allora, è una nuova testimonianza dolio stato (li decadenza in cui trovavasi l’antica chiesa di S. Pietro, Essa mostra ancora, che Giulio II non ebbe punto coscienza di avere colla nuova fabbrica recato uu offe*-*1 alla pietil.