748 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 4. Proprio allora, nell’ottobre, il re di Francia aveva fatto sperimentare assai al vivo al pontefice quale fosse la sua potenza, costringendolo con mezzi violenti a cedere in una lite per un vescovo.1 Ma a queste considerazioni fondate sul pericolo che poteva sorgere dall’ingrandimento della potenza della Francia si aggiungeva per Giulio II il sentimento nazionale italiano, che facevagli sentire profondamente l’oltraggio d’una dominazione straniera. Pesava sulla bilancia 2 l’importanza di Venezia per la difesa della cristianità contro i Turchi, che mai Giulio II perdette di vista. Egli prese pertanto la deliberazione di cambiare rotta. Indarno il nuovo ambasciatore di Luigi XII, Alberto Pio conte di Carpi, e i cardinali francesi cercarono di rattenere il pontefice.4 Dopo aver superate felicemente le più diverse difficoltà, il 15 di febbraio del 1510 furono condotti finalmente a termine i negoziati di pace. Venezia ritirò il suo appello al concilio, riconobbe la giustizia dell ■ censure pontificie, l’esenzione del clero dalle tasse e la giurisdizione ecclesiastica, concesse la libera collazione di benefici ecrl siastici, rinunciò ad ogni ingerenza negli affari di Ferrara, concesse la libera navigazione nel mare Adriatico ai sudditi del papa e ai Ferraresi, revocò tutte le convenzioni stipulate colle città pontificie, promise di non accordare la sua protezione ad alcun ribelle contro la Chiesa e di restituire i beni usurpati ai sodalizi ecclesiastici. 0 Il 24 febbraio nel porticato di S. Pietro ebbe luogo la solenne assoluzione dei rappresentanti della repubblica omettendosi però buona parte delle solite umilianti cerimonie. Il papa in persona sosteneva il libro degli evangeli, gli ambasciatori ponendovi sopra la mano giurarono di osservare gli articoli del trattato. In Roma regnava grande e aperto giubilo.6 Anche a Venezia fu celebrata Venezia per venire a un accordo con Massimiliano cfr. A. Bonardi, Note sull'1 diplomazia veneziana nel prima periodo della lena (li Cambray, Padova 1SW1 (da Atti e mein. delVAccad. di Padova N. S. XVII, 15-29). 1 Broscii. Julius II, 184-185. Cfr. Desjarbins II. 415 s. Leumann 7. do'e è rettamente caratterizzata anche la convenzione di Biagrassa. 2 Cfr. le argomentazioni fatte in concistoro dal cardinale Riario pro /«"' in Cod. Urb. 4SI), t. 76 ss., Biblioteca Vaticana. 3 Cfr. sopra p. 711. 4 Cfr. Sanuto IX. 529, 531; Albèri II, ,3. 34. Il Carpi era amba-tnatore a Koma dall’anno 1510; vedi Maulde III. 437. s Ratn.vld 1510, n. 1-6 Hegewisch, Gesch. der. Regierung Kaiser Maximilians I, II, Hamburg und Kiel 1783, 112 s. Hergenröther VIII. 422 s. Bboscii. Julius II, 1S6-191. La persona che prese parte ai negoziati detta qui « I,on *t’!' gismondo » è Sigismondo de’ Conti. Cfr. la sua relazione II. 400 s. 6 Oltre a Paris de Grassis presso Raynaid 1510, n. 7-11. cfr. il dH,a<’C1'' degli ambasciatori veneziani presso Brosoh 288-289, i¡Sanuto X. 9-13 e Cardo P'- Il manoscritto Capitoli e convenzioni occorse fra la Santa Sede, essendo pni'1'