Il Savonarola e la predicazione. ltìl c vivono nel lusso. Questi sono libri buoni a nulla, falsi, libri del diavolo, perchè egli vi scrive dentro tutta la sua malizia, tutta la sua scelleratezza. I prelati si pavoneggiano della loro dignità e di-^prezzano gli altri ; vogliono che altri si curvi dinanzi a loro e li strisci; agognano le prime cattedre nelle scuole e i primi pergami d’Italia. Godono di esser trovati la mattina in piazza, per essere salutati e chiamati maestri e rabbi; fanno grandi le fimbrie dei loro vestiti e dilatano le filatterie, si gonfiano, si danno grande importanza e vogliono essere intesi a un semplice cenno. Tutto è rovinato nella Chiesa. I 'prelati non fanno più alcuna distinzione tra bene e male, tra vero e falso. Guardate come ora i prelati e i predicatori rivolgono i loro pensieri soltanto alla terra e alle cose terrene; la cura delle anime non istà più loro a cuore. Nei primi tempi della Chiesa i calici erano di legno e i prelati d’oro, ora la Chiesa ha i calici d’oro e i prelati di legno».1 Ancor più stupore sollevarono le prediche tenute dal Savonarola nella quaresima del 1494. In queste egli mise in rapporto i fiatili da lui predetti con la venuta di un nuovo Ciro, che senza ostacoli avrebbe percorso l’Italia.2 Nel settembre tornò sul medeimo argomento. Già al principio del mese precedente ambascia-tori francesi furono a Firenze per trattare colla Signoria sul transito delle truppe di Carlo Vili : 8 ciò accrebbe l’eccitazione generale. Il 21 di settembre questa giumse al colmo. Le ampie navate del duomo di Firenze potevano a stento contenere la folla, i he stranamente eccitata ed ansiosa stava già da più ore in attesa. Analmente l’oratore salì il pergamo. Con terribile accento egli «‘sordi con quelle parole della Scrittura : Ecce ego adducavi aquas iiper tei'ram. Queste parole, che ricordavano predizioni assai divulgate, circa un grande diluvio, furono quasi folgore che scop- 1 Prediche del r. p. Fra G. Savonarola sopra il salmo Quam bonus, VI-•«In 1544; Predica VII, f. 50s. Predica Vili, f. 72b. Pred. XXIII, f. 247 ss., ' tu.ABt. tiavonarola I, 165 s., 1(59-170. Secondo Lucab 118, n. 2 le prediche “'■l «almo Quiim bonus non possono apjrartenere all’Avvento 1493, ma spettano a uno degli anni precedenti 1401 o 1492: e nota che anche altrove abbisogna •li revisione e correzione la lista delle predici«! del Savonarola compilata da I*uotto (p. 18). Sulla questione del quando il Savonarola pronunziò per la prima volta annunzio del nuovo Oro, cfr. Lucas 115 uh. Come termine più remoto ]io-trebhe venire in considerazione l’estate o l'autunno del 1493, ma più proha* » Imente soltanto l’Avvento del 149:$ o la Quaresima del 1494. Alla fine del ♦'.il v» sicuramente dopo il principio del 141*4 certo non occorreva più una "ijDc.iiW- illustrazione divina per profetare l'invasione. ¿Schsitzk* (Hi st.-poi. 1 <"XXV [1900], 200 ss.) sulla base di affermazioni del Savonarola stesso 'li altri contemporanei vorrebbe mantenere contro I.ucas un termine ante-ore per il primo annunzio e cosi salvare il profetismo di Savonarola in ‘tuesta cosa. * Cfr. I.lcas 120. i Storia ¿ti rapi. Iti. 11