764 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 5. scarso presidio di circa 900 uomini. Tra i Francesi trovavansi i Bentivoglio anelanti alla vendetta. Ora il popolo, dice Paride de Grassis, corse alle armi, non già per difendere il legato od il papa, ma per la sua propria libertà.1 L’Alidosi prese i provvedimenti solo per la sua sicurezza personale dichiarando apertamente, ch’egli armava le sue genti non contro i Francesi, ma contro il furore del popolo bolognese. La difficoltà della situazione e l’universale scompiglio crebbero sensibilmente per il fatto, che il papa si trovava affranto dal peso di tante agitazioni e cure ed era malato gravemente di febbre, secondo aveano predetto gli astrologi ; - già cominciavano serie pratiche per una nuova elezione.3 Fu in questo stato di cose che Giulio II perdette per un momento il suo del resto sempre indomito coraggio. Il 19 ottobre fece chiamare a sè gli oratori veneziani e fece loro questa dichiarazione: se le milizie della repubblica entro 24 ore non passassero il Po, egli scenderebbe a patti con Chau-mont. L’ambasciatore veneziano racconta, come Giulio II nella notte- seguente si rivolgesse insonne nel suo letto e delirando per la febbre dicesse di preferire una morte volontaria alla prigionia francese.4 La mattina del 20 ottobre, cessata la febbre, l’infermo Exercitus Christianisaimi Regia Francorum et generalitcr contro omncs. qui '»» defensionemet auxiUum die ti Alplionsi Estensi* contro, S. D. 2f. et S. K<>-Ecclesia in miUtant et eius Terra* et loca hostiliter invaserunt et depredati sunt pei 8.D.N. Iulium II. Pont. Max. edita. Due diverse starnile, s. 1. et. a., nella Biblioteca (fi Stato in Monaco. J. Con. F. 108 e 108*. Anche in Bull. Rom., ed. Luxemb. X, 12-14. Gfr. Raxnald 1510, n. 16, Lettre* de Louis XII 1. 2S2 e Hergenrothek Vili, 426 s. Parimenti contro il Chaumont e i consiglieri francesi di Milano è diretta la bolla di scomunica emanata prima, il 9 ottobre. Bulla cernii ramni in.singulos de eonsUio et interdica generalis in liticata Medio-¡anelisi oli occupatìonem ccclesiarum et aliorum benefici or um ecclesiasticorum ■■ Due diverse stampe, s. 1. et a. nella citata Biblioteca, J. Con. F. 1~0 e IH- ' Il testo di Paris de Grassis presso Kaynald (populu* arpia capit prò pontificls tutelaquc sua) è del tutto eri’ato. I.a lezione dì Frati 201 non dà proprio alcun senso. Il vero testonell’ed. del Dòllinger 394 suona così: P»P«-lus arma capit non utique poo legato noe. tam prò pontifìcis tutela quam *«<*" ipsorum defelisione. 2 Cfr. la relazione portoghese in Corp. dipi. Portug., I, 133. s Paris de Grassis, ed. Frati 204. Cfr. Brosgh, Julius II, 350 s. 4 Cfr. le relazioni dell’ambasciatore veneziano nell’estratto presso Sv TsTTTo XI. Il 26 di settembre qui si riferisce, che il papa giace in letto con l,r~ zanella (p. 467); il 2 ottobre si dice che il papa è malato di febbre: li malici dubita non si liuti in quartana (p. 494) ; il 17 ottobre, comunicazione all ambasciatore del breve in data 16 ottobre a Paolo Capello, provisor in exercitu I rili~ torum, che conteneva l’ordine: Ita oportet ut, quam celeriter, cimi ornili!»1* copìis tibi coiiimissis, Padum transcas et nostro exereitui te coniungas, et risi* praesentibu*, mille stratiotas praemittas (p. 529 s.) ; il 1S ottobre : il P«Pa 8 pur febre, quasi, ogni giorno uno podio, e come l’ha qualche bona nova. Vii“ maneho, e come l'à catirn, el sta in letto (p. 546) ; il 19 ottobre : la dichiarazione agli oratori veneti (p. 546 s.) ; il 20 ottobre : è stipulato un accordo con la