750 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 4. ai delatori, il papa si diede altrettanto poco pensiero di simili accuse e denigrazioni.1 Penetrato della purezza delle sue intenzioni e della sublimità della sua posizione, egli proseguiva inconcusso i suoi alti fini. I.itzio aggiunge: «Isabella non credeva «li certo allatto a cosi sozza cultiuhi*i. di cui si usava tare un oggetto di scherzo ne’ consigli imperiali, e consegnò Federico al papa senza timore». Nei dispacci a Mantova non si trova tracci,¡ alcuna d’immorale rapporto, al contrario: v. lo scritto ili Lrzio. F. don'min. Cian iu Qiorti. ut. d. lettcr ital. XXIX, 437 accenna a due altre testinumiaiw : a quella del l’oeta Guido Postumo, che i>erò egli stesso chiama appassionata, e alla lettera d'un certo Tx>dovico da Cami>o San I’iero del li febbraio Kilt? : quest’ultimo però non adduce alcuna prova dell’accusa, che Giulio II fes-' dedito al suddetto vizio. Un conoscitore così insigne di quell’epoca quale L. Dorez, col quale io ho parlato di questa cosa a Parigi neU’autunno del IMI", è in tutto della mia opinione. Le relazioni di persone del genere di Lodovi da Campo San Piero sono già di per sè assai dubbie. Di costui Lrzio, I,u r< genza ecc. (Hi di«' che fu un arventurierc capace di tutto, dalle prestazioni 'n sicario all'ufficio di mezzano. A ciò aggiungasi che mai accuse di tal fatta scm state lanciate piò frequentemente che all’epoca del rinascimento (cfr. Manon'. I,. Valía, Firenze 1891, 288). Se persino un Michelangelo, un Leonardo, anzi un Adriano VI vennero accusati senza alcun motivo di questo vizio, certo non potea sfuggine a tale accusa un uomo che aveva tanti nemici come Giulio II. A dò aggiungasi pure l’intima relazione del papa coll’Alidosi, che fa'ceva aggiustar fede a tali calunnie. lOfr. in proposito sotto cap. 5, dove sono anche rifiliti i giudizi del Brosch e del Creighton. Nel Giorn. xtor. d. lett. ital. XXX\ I (1900), 21(1 s. Cian ritorna sull’argomento per indicare alcune altre testini" ’nianze, cioè alcuni epigrammi satirici di Marcantonio Flaminio (ma cfr. \ at tasso, Ant. Flaminio Ili, il quale osserva che anche Flaminio era 1111 partigian" politico di Venezia e come tale predisposto ad accettar per vere certe brutte storielle ili fonte specialmente veneziana, che si raccontavano di quel pontefici ). un sonetto pa-squinesco contro Giulio li diffuso nell’ottobre del 1506 a * sena (presso Sanuto VI, 463; cfr. in proposito Cesareo, La formazione