36 Le forti e commoventi parole dei predicatori di penitenza, ovvero il flagello della peste furono spesso occasione che nel secolo XV nuove congregazioni di questo genere si aggiungessero di continuo alle già esistenti. Così nel 1415 sorse in Venezia 1 la confraternita di S. Hocco, la quale nelle ripetute visite della peste spiegò un’azione oltremodo benefica. Ad essa appartenevano i più ricchi cittadini, d nobili e persino molti dogi. Per tal ragione la confraternita disponeva di così ricco patrimonio, che oltre all’assistenza obbligatoria verso i poveri e gl’infermi, fu 'in grado di favorire anche le arti, come è stato già detto. Molti erano contemporaneamente soci di più confraternite.2 Allorché nell’anno 1448 la peste infierì in Roma colui che era allora il confessore tedesco a S. Pietro, istituì per i suoi connazionali la confraternita deU’Addolorata, tuttora esistente.3 Pari-menti fino ai nostri giorni si è mantenuta la conifraternita civica dei Buonuominà di S. Martino fondata da S. Antonino nel 1441, la quale ha il compito di ricercare e sovvenire ai poveri vergognosi. Dopo breve tempo già 600 famiglie venivano sovvenute da questa fratellanza, e di ciò non per anco contento, Antonino si recava personalmente nei più riposti quartieri della città in cerca di miserabili, apportando in persona aiuto e conforto ovunque. Il medesimo si narra di san Lorenzo Giustiniani patriarca di Venezia.4 Anche il beato Bernardino da Feltre, onde venire in soccorso dei nobili decaduti e in genere dei poveri vergognosi, fondò in Vicenza due istituti, i quali per secoli sono stati una fonte di benedizione.5 In Roma il dotto Cardinal Torquemada fondò nel 1460 la confraternita dell’Annunziata con cappella propria in S. Maria sopra Minerva, allo scopo di provvedere di dote ragazze povere.0 Anche in altre città italiane sorsero nel secolo XV dellle associazioni miranti alla stessa bella opera di carità, nella quale il più nobile » Sull'istituzione e lmi>ortauza cori«>rativn delle scuole veneziane cfr. San so vino, Venezia 90 ss. V. anche I.. Venturi, Le Compagnie della calca, in Kuovo Arch. Veti. ¡Nr. 8., XVI (190S). XVII (1900). s * Testamento del 17 novembre 1489: Lena relieta Barth. de Monte: Ite»» diiiiitto tri h un scoli# de quibus ego sum ride Urei 8. Petri Martiri» de Muriano. 8. lYancisci a limn et 8. Maria« Claudorwn et Cecorum soldo» J^0 parvor. prò quallbvt cornili (Atti Ant. Grasselli, b. 508, ». i)5). 18 novembre 1489: Barth iti. q. Dominici de Pergamo velutarius: Item dimitto due. 2 auri scholae 8. Mariaé servorum de qua ego su in... Item scholae imignac 8. Rochi de qua ego sum (loc. eit„ ». 25). |Arch 1 v 1 o di Stato in Venezia. 3 Ctfr. il nostro voi. I. 437 s. (ed. 1931). * Ratzinger, Armenp)lege 370. Ofr. anche Skaikk ISO e specialmente X. M art EUJ, J biionuomini di 8. Martino (estratto dalla Rassegna nazionale). Firenze 18S4. V. anche Correspondant 18S9 Juillet 396 e Guasti in Rosa d'ogni mesci. Calendario fiorentino 1S64; Tacchi Venturi I, 377 s. 6 Art a Sanrt. sept VII. 869. « Ofr. il nostro voi. I, 369 (ed. '11)31).