Il sentimento religioso indebolito dal nuovo paganesimo. Natale di Cristo (De partii Virginia), il Sannazaro dopo gli angeli invoca le muse. Il cielo di regola vien detto dal poeta l’Olimpo, Dio Padre il tonante, il dominatore dell’alto Olimpo e il re dei numi. Cristo è celebrato come padre degli dèi e degli uomini, Maria come Dea Madre e regina degli dèi. Il poeta osserva, è vero, che le favole degli dèi non si sostengono di fronte alla storia evangelica, eppure di continuo egli frammischia la mitologia alle idee cristiane. Descrivendo i miracoli di Cristo egli dice che dinanzi a lui le febbri letali dileguavansi, l’ira di Diana calma-vasi, le furie venivano cacciate nel Tartaro, e gli ossessi ottenevano la guarigione. In maniera forse ancor più accentuata sacrinoci a questo andazzo Pietro Bembo. I suoi epitaffi in onore dei defunti sono concepiti in ¡modo tutto pagano; nel suo inno a into Stefano Iddio Padre compare nella sua gloria in mezzo all’Olimpo, Cristo come « l’eroe eccelso », Maria come « Ninfa raggiante » e in (fine egli supplica perchè sia stornata l’ira degli 'ìèi. Insulsaggini di tal fatta si trovano pure nelle sue lettere, anzi ersi no nella sua qualità di segretario segreto di Leone X egli fa ;>e.sso uso di una simile fraseologia.1 I Conservatori di Roma, ■.vendo restaurata sul Campidoglio una cisterna, vi scrissero sopra •me gli antichi romani: «Noi abbiamo fondato questo bacino; ' iempilo tu, o Giove, di pioggia, e sii propizio ai presidi della tua rocca ». 2 Significativo era pure il costume ogni dì più crescente <¡ imporre nel battesimo nomi greci e romani. Già il Petrarca c hiamava i suoi amici coi nomi di Lelio, Socrate e Simonide, ed fiili stesso facevasi chiamar Cicerone e voleva che sua figlia fosse hiamata Tullia. Una nobile famiglia diede ai figli i nomi di Agamennone, Achille e Tideo, un pittore al figlio quello di Apelle a sua figlia quella di Minerva. Molti umanisti abbandonarono i !,*ro nomi tradizionali e in vece loro assunsero nomi antichi. b nalmente si andò tanto avanti, che persino le licenziose sgualdrine di Roma e di altrove usurpavano gli antichi nomi di Lucrezia, Cassandra, Porcia, Pentesilea. E come i nomi così anche s> foggiarono all’antica cerimonie, uffizi ed altri rapporti di vita ■sociale. 3 Primieramente, giova il dirlo, non trattasi qui che di L 415 s. l'n poeta quale ruolino Verino, die lascia allatto da banda 1 apparato classico come inconciliabile coll’idea cristiana (efr. Lazzari 101 s.), *rma un’eccezione. Cfr. anclie A. della Torrk, Storia del Vi rea ri. plahmira rii I2 e Ki rckiiarot I*. 291. Quivi anche sulla poesia maccaronica e sulla * "a burlesca del principio classico spinto dagli umanisti Uno all'eccesso.