388 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 3. fine si fecero due tentativi. Il 2 novembre Ascanio Sforza venne a Roma ed ebbe parecchi lunghi colloquii col pontefice; il primo di essi durò cinque ore e non finì che verso la mezzanotte. Ascanio rappresentò energicamente ad Alessandro i pericoli che sovrastavano da parte dei Francesi e cercò d’indurlo a dichiararsi neutrale. Il papa dicesi abbia risposto, voler egli piuttosto perdere la sua corona, il suo regno e la sua vita prima di abbandonare Alfonso. È un fatto che Alessandro pensava allora alla fuga ed aveva fatto domandare a Venezia se ivi avrebbe trovato un asilo. Quando Ascanio partì qualcuno volle leggergli in viso una grande soddisfazione, e molti perciò credettero iche fosse riuscito a una segreta intesa col papa.1 Ma non era così. Qualche giorno appresso Pandolfo Collenuccio per incombenza del duca di Ferrara fece un nuovo tentativo per guadagnare Alessandro VI alla Francia. Ma questi dichiarò ch’egli preferiva abbandonare la città di Roma, perdere anzi il regno e la vita, anziché diventare schiavo del re di Francia, che voleva elevarsi a sovrano di tutta Italia.2 Allorché il 14 novembre giunse la nuova, che Carlo non aveva voluto ricevere il Cardinal Piccolomini, venne sul momento spedito al re in qualità di nuovo legato il Cardinal francese Peraudi3 col mandato di far sapere a Carlo Vili che Alessandro VI intendeva farglisi incontro per consultarsi seco lui intorno alla crociata. Ma lo scaltro re ricusò questo onore per 1 Bubchardi Diarium (Thuasne) II, 194 s., (Celasi) I, 540 s. ; cfr. Thuasne II, 646 s. Bernardi I 2, 36.'A questo si riferisce anche un * breve di Alessandro VI a L. Moro dato da Roma 26 ottobre 1494. Archivio di Stato in Milano. 2 Sulla missione di IP. iCollenuccio v. le relazioni dell'A rchivio di Stato in Modena presso Balan V, 223 e I Papi e i Vespri Siciliani con doc. inediti (terza ed. Roma 1882) 95, 152 s. ; P. Negri, Le missioni di P-lenuccio a papa Alessandro VI, in Arcii. d. Soc. rom. di st. patr. XXXIII. 372 ss., 409 ss. A questo tempo appartiene probabilmente una * relazione di ambasciata purtroppo senza data, nel cui poscritto si legge : « Non mi pare anche tacere che presente lo ambaxre Spagnolo la lS*a iSua dixe chel Re (ìe Franza la menazava de concilio et altre cose et quando se venesse a questo deliberava anche intendere se la muliere ha la Ohristma Mte Sua è vera muliere o femina e che procederla alle censure etc. Ai che io rispose (sic !) che la Sta Sua volesse abstenirse da simile parole perche la doveva sapere che papa Inno-centio provedete a questa cosa talmente che la Ohristm* Mt» Sua po tenere sanctamt? la regina per sua vera consorte et che iterum la pregava ad non farne parola ». Archivio di Stato in Milano, s. d. Sulla leatA P°" litica di Alessandro VI verso Alfonso anche ora, cfr. Woodward, C. Borgia- 69 as. s * « Die 14. Novemb. 1494 litteris r™i dui cardlis Senensis ad pontifice® sacro senatui constitit, cliristianiss. regem Franciae se legatum noluisse adinlt-tere; ea de causa eo die carUs Gurcensis (Ms. : Cruccensis) regem adivit. Ex ma-nuscriptis manu propria Juliani Secundi diaconi cardlis Caesarini temp. Alex. ' ■ et Julii II. iS. P. ». Cod, XXXIII, 48. Bibl. Barberini in Roma (ora alla Vaticana. Cfr. anche Bl'rchardi Diarium (Thuasne) II 195. (Celasi) I ■' al 15 novembre.