92 Introduzione. istituto ¡nella sua città natale Savona. Col tempo sorsero simili istituti in Assisi, Mantova, Pavia, Ravenna, Verona, Alessandria, Ferrara, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Cesena, Montagnana, Chieti, Rieti, Narni, Areevia, Gubbio, Monselice, Brescia, Lucca, Milano, Aquila ecc. Qu?si ovunque furono i Francescani che procurarono al popolo questa nuova difesa contro il dissanguamento capitalistico. Sotto questo riguardo fu particolarmente instancabile il beato Bernardino da Feltre: la sua attività come predicatore, che si estese a tutta l’Italia, è ovunque accompagnata dal consolidamento o dall’istituzione di case di prestito. 1 La edere diffusione di tali istituti costituisce la miglior prova del quanto essi corrispondessero a un reale bisogno, particolarmente nelle piccole città. Non mancarono certamente opposizioni da parte degli usurai. La guerra che i Giudei ingaggiarono contro le case di prestito è abbastanza significativa per mostrare l’arroganza e la potenza sociale a cui essi erano giunti nell’Italia di allora, specialmente colla padronanza nel movimento degli affari. - Nè mono significativo è il fatto che neH’anno 1514 in Cesena, dove ai « prestatori ebrei » era permesso di esigere il 20 per cento, si manifestò il serio timore, che mediante i loro beni i Giudei avessero a diventar padroni di tutta la città. Alcuni principi, come Giovanni Galeazzo Sforza di Milano e Giovanni Bentivcglio di Bologna, stavano dalla parte dei Giudei usurai, ma trovarono un inflessibile avversario nel beato Bernardino da Feltre. 4 Dalla vigorosa e incessante opposizione di quest’uomo coraggioso contro i Giudei si vede bene quale rovinosa influenza esercitassero allora costoro in Italia e fino a qual segno succhiassero il sangue del popolo, tanto del ricco come del povero. In seguito a questo si creò nel popolo italiano un largo movimento antisemita, che più d’una volta condusse a deplorevoli eccessi. Di questi non deve darsi colpa a Bernardino da Feltre, poiché egli Khrkmikihì. I. (IN. I>k Dkckkk. Le* immln ite pii'ti' rii Helf/if/uc, BriLxt’llt'" 1*44 (Introduzioni1) i- il lavoro iU-1 Jasnkt 4 s. tenuto in tropi«) jkjch considerazione. i Sull'attivltft del liento Bernardino dii Feltre per i Monten pittatiti cfr. Ilei zaI’KH.. I)ii• \Il/tìnge KIVJKi: I,. J>K IIkssk. Le flirtili. Uemh (UiUii ite Feltre et min irurre. 1 : l.n rii-: II: I.'trarre oii le prèt à l'intM't. Tour» ilX)2. Cfr. in proposito (5. v. ÌIELOW in tli.it. Xeitm-lir. XCV (lflOñ), 4tUìs. Sulloperositit del francescano llarnnlin di Terni [icr i Montes pielati* cfr. Conte 1’. Masasski. Humaba ila Terni e i Munti iti pitti). Perugia 1 !M>— (dal Itiill. il. K. ihput. ili *tor. patr. Iter II ni tirili Vili: stiinipnto anche in Iti inminin X a:. 1JKKI, donile a parte, Firenze l'.'irj). Cfr. Mni.x.\i>FKL 35 s. - .I.wnkt 14. Cli statuti del .Monte di l'ictrt ili Hieti del 14stl furono . 'liti •hi A. Hkij.i'cci tl'er nozze), Perugia ls!H). a llKMiKMti ÍTIIKR. Hi limili Leonia A. li. JfcSlS. VooKLSTKlN 111. * Cfr. eli nrtieoll deirKw.Kn sulle persecuzioni dei Cimivi in lic/nV f. Kir-chenn ehi del Verino T.. in ss. : 1,111. :t ss.