Questioni con Venezia. 735 del papa un loro cappellano, come ha detto il Machiavelli.1 Però qui s’imbatterono nella risoluta opposizione di Giulio II, il quale all’ambasciatore veneto dichiarò apertamente che, avesse anche a vendere la sua .mitra, farebbe sempre valere i diritti che a luì spettavano come successore di Pietro principe degli apostoli.2 Contemporaneamente a questi quasi incessanti litigi di carattere ecclesiastico erano in corso quelli di carattere politico. Giulio II fece del tutto onde venire a un pacifico accordo. Verso la fine dell’anno 1506 egli inviò a Venezia il celebre Agostiniano Egidio da Viterbo colla proposta, che, ove la repubblica restituisse Faenza, egli lascerebbe in pace tutte le altre conquiste. Ma essendo stata respinta anche questa proposta «ebbene, soggiunse Giulio II, se i Veneziani non vogliono accogliere la mia preghiera di consegnare una sola città, io li forzerò con le armi a restituire quanto hanno conquistato». Anche aH’ambasciatore veneziano il capo supremo della Chiesa non nascose punto la sua indignazione. 2 Ciò non ostante in Venezia si continuò a bravare, anzi a provocare il pontefice. Tronfia d’orgoglio per la vittoria riportata su Massimiliano, la Signoria preparò delle difficoltà al pontefice proprio là, dove al papa sarebbero riuscite più vive, cioè nelle cose di Bologna. Il legato di questa città, il Cardinal Ferreri, si trovò da principio in una brutta situazione perchè i Bentivoglio favoriti dalla Francia non la finivano dall’ordire congiure. Il Ferreri represse con sanguinosa severità questi movimenti, ma per la sua cupidigia oppresse talmente i Bolognesi, che questi si rivolsero a Roma perchè vi provvedesse.4 Giulio II fece esaminare la cosa e quando la colpevolezza del legato fu accertata, intervenne con tutta Ih sua energia. Il 2 agosto del 1507 il Ferreri, i cui poteri erano stati accresciuti anche nel maggio, venne deposto dalla sua legazione e richiamato a Roma.5 Qui intanto erasi potuto accertare, 1 Machiavelli, Opere, ed. Passerini IV, 334. Cfr. Dispacci di A. Gitr-stinian IH, 179 e Tommasini I, 298, 324. 2 Sanuto VII, &43; cfr. 580, 678, G94 e Ughblli V, 1066. 8 La missione di Egidio da Viterbo è accennata soltanto di volo presso Canuto VI, 528. Notizie più esatte ci dà lo stesso Egidio, ed. Hòfler 394; cfr. inoltre gli estratti dei dispacci estensi presso Balan V, 448 s. (Sulla disubbidienza di Venezia al papa a proposito del monopolio dell’allume vedi Gottlob. caw. ap. 303. 4 Gqzzadini, Alcuni avvenimenti 81 s., dove però, cosa strana, non vengono utilizzati i brevi dell’A r c h i v i o di Stato in Bologna. Fra «mesti io trovai un * breve del 30 aprile 1507, col quale si annunzia al legato l'invio di 15000 ducati d’oro, affinchè se ne serva per difendere la città contro i ribelli. 5 II * breve suH’accrescimento dei poteri porta la data del 26 maggio lt>07 : richiamo vedi Gozzadini, Avvenimenti 149 e il * breve del 2 agosto 150i, Entrambi i brevi all’A rchivio di Stato in Bologna. Con un * breve