986 Libro III. Giulio II. 1508-1513. Capitolo 10. Camera della Segnatura, chè del resto intorno a queste mirabili opere abbiamo la testimonianza, molto breve, ma straordinariamente importante, di Paolo Giovio, il quale afferma che Raffaello dipinse l’appartamento «giusta il prescritto di papa Giulio II»1 e un’iscrizione, la quale ci dice come le pitture fossero condotte a compimento nell’anno 1511 — lavoro addirittura da sbalordire ove si pensi che a quest’opera monumentale Raffaello al più presto si accinse nell’autunno del 1508, giovane allora venticinquenne e che per giunta ebbe da principio a lottare colle difficoltà della tecnica del fresco.a Certo non va messo in dubbio che il maestro, dopo avere avuto da Giulio II il concetto fondamentale del dipinto, quanto ai particolari abbia preso consiglio da dotti di Roma, ma tale influenza non devesi esagerare al punto da far credere che Raffaello abbia lavorato dietro il programma di una commissione di dotti.3 Nel dipingere il Parnaso e la Scuola d’Atene devesi pensare certamente a colloquii avuti con umanisti. Riguardo alla disputa qualcuno ha rimandato agli umanisti cristiani,4 ma v’è una spiegazione che sembra più ovvia. È stato il circolo dei teologi scolastico-mistici, dei Domenicani, dei teologi della corte pontifìcia quello, al quale Raffaello andò debitore dei più preziosi suggerimenti per la sua disputa, poiché con tutto il viavai dei tanti umanisti alla corte del papa, pure la vecchia teologia e con essa i teologi domenicani vi si tenevano fermi. La Somma di san Tommaso dominava le idee teologiche.0 La dottrina della Chiesa, quale il grande Aquinate l’aveva esposta con mirabil chiarezza, è stata glorificata con l’arte da Raffaello. Un momento, tenuto oggi in troppo poca considerazione, è che tutti, non ultimi gli artisti conoscevano le cose teologiche, ed un altro punto importante è insieme la loro familiarità colla liturgia 1 Pinj-it m iVaticano ncc adhuc stabili autoritate cubiculo duo ad prae-xcriptum JulH pontificis. Jovius. Raphaclis Urbinatis vita. 2 Cfr. Muntz, Raphael 3(Hs. 3 Ma d'altra parte non vorrei col Wickhoff 64 ridurre al minimo o negare affatto i colloqui di Raffaello con eruditi e poeti. Cfr. ora le eccellenti osservazioni in KrausjSauer II 2, 385 s. * Kraus, Camera della Segnatura 29s. * Debbo questo accenno ed anche le seguenti dilucidazioni alla cortesia del mio spettabile amico Mon.s. Schxeider. Per i teologi domenicani, in particolare pel cardinale ¡Gaetano, si dichiara anche Schrors (v. sopra p. 982. n. 2). Nella sua interpretazione della pittura Boving (v. sopra) pensa al cardinale A’igerio, che avrebbe comunicato all’Urbinate le idee di san ¡Bonaventura, facendo rilevare che Giulio II come lo zio Sisto IV appartennero in origine all'Ordine Francescano. Nell'affresco compaiono tanto Tommaso d’Aquino, che Bonaventura. Il papa rappresentato fra i due duci della scolastica medievale, sul nome del quale finora non è avvenuto l’aecordo (v, sopra), potrebbe forse simboleg-giare il magistero ecclesiastico.