Il Belvedere vaticano. ÌK>7 •clini serviva d’abitazione a Giulio II nella migliore stagione: di grande estate egli si ritirava a Castel S. Angelo, mentre passava ¡’inverno nell’antico Vaticano.1 Là egli occupava le stanze poste attorno alla cappella di Nicolò V, le cui finestre davano sul cortile del Pappagallo. Armi ed iscrizioni ivi ricordano il « papa ligure ».2 Si conserva anche la stanza ove Giulio II spirò la sua grand’anima e vi si osservano resti del pavimento a maiolica; il magnifico soffitto a cassettoni con ricchi intagli in legno presenta nel centro l’arme di Giulio II eseguita in oro su fondo azzurro." Da queste stanze si poteva facilmente raggiungere per una scala speciale la uccelliera celebrata da Vasari, che Baldassarre Peruzzi decorò colla rappresentazione dei dodici mesi.4 Un’iscrizione a lettere d’oro su (fondo azzurro, esistente ancora nel secolo xvm, faceva sapere che Giulio II aveva creato quel luogo per riposarsi dalle cure quotidiane lungi dal mondo e dal suo rumore.r' Qui era pure la biblioteca privata0 del papa, dalle cui finestre godevasi una magnifica vista. Ricche grottesche come qui erano anche nell’uc-telliera posta sotto il tetto, della quale Vasari celebra la magnificenza. Le grottesche, di cui come delle piastrelle di maiolica del pavimento furono recentemente scoperte delle reliquie, indicano autore Giovanni da Udine, che qui era tutto sotto il fascino di Raffaello.7 Il Belvedere doveva presto diventare la più magnifica collezione di antiche opere di scultura, che il mondo allora possedesse. Ne fu data la base dalle numerose scoperte di resti dell’antichità romana fatte sotto Giulio II e dall’opera solerte di questo papa nel raccogliere oggetti d’arte. Fin dalla metà del secolo XV Roma possedeva certo molte statue, ma al tempo del Poggio erano sole cinque quelle che, almeno secondo l’opinione dei dotti d’allora, avevano conservato la loro pubblica esposizione. Su Monte Cavallo durante tutto il medio evo si poterono ammirare per lo Vertero, che ne riproducono ¡iH’incirca lo stato al tempo della morte di bramante sono: 1« C'od. (toner f. 23; 2" disegno nella Windsor Gasile Library (riprodotto presso Ashby. papers of thè lirit. l8chool at Rome VI, fig. 6) ; 3° |S. Serti*} 41537) b. ICXLVI ; 4° disegno di Amico Aspertini nel British Museum (riprodotto presso Frey, Miehelanpelo-StueUen fig. «) ; 5° come variazione libera del motivo dell’esedra, disegno nel libro degli schizzi di Francesco d’Olanda (riprodotto presso Ashby loc. cit. li, 25, fig. 2)- 1 Vedi Paris dk Grassis, ed. Dollingeb 432; Steinmann II, 45; Kouoca--Vtem, St.-Ange 111 ss. 2 Ofr. Stei.nman'n II. 58. V. ibid. 8, 11. 1 * V. Vasari IV, 592. : Vedi Taja 269; ìSteiiìmann II, 45. 4 V. sopra 881. " Sui resti della decorazione deH’uccelliera di Giulio II ritrovati nel 1905-06 v- Hanstchronik ¡X. F. XVII, n.° 33, p. 541.