240 Libro I. Innocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo 3. cenzo Vili attendeva soccorsi.1 Con Renato duca di Lorena si condussero attive trattative.2 Sul principio di settembre del 1489 era scaduto l’ultimo termine assegnato al re napoletano. L’11 di detto mese il papa tenne un concistoro, al quale erano stati invitati tutti gli ambasciatori presenti in Roma. Quivi Innocenzo Vili in un lungo discorso prese ad esporre le relazioni storiche e giuridiche di Napoli colla Santa Sede, parlò diffusamente circa i rapporti dei due ultimi re con la Chiesa ed in particolare sull’infrazione degli obblighi feudali e sulla rottura del trattato da parte di Ferrante, non che sulle conseguenze di essa. Quindi il notaio della Camera Apostolica lesse un documento combinato nell’ultimo concistoro segreto, col quale Ferrante dichiaravasi privato della sua corona e Napoli dichiarata feudo devoluto allo Stato della Chiesa. L’ambasciatore di Napoli ivi presente chiese copia di quel documento e il permesso di poter leggere una dichiarazione in difesa del suo signore. Il papa assentì. L’atto di difesa esponeva le ragioni per cui non occorreva che il re pagasse il tributo e che egli a Napoli aveva già fatto appello «al concilio» (giacché il concilio di Basilea direbbe stato sciolto illegittimamente e perciò durava ancora, affermandosi che il diritto di convocarlo, data la renitenza del papa, era passato all’imperatore). Pel rappresentante del Papa non tornò difficile svelare la nullità dello strano punto di vista di re Ferrante. L’ambasciatore napoletano evitò quindi di negoziare più oltre, e il papa chiuse il concistoro. La guerra tra Napoli e Roma sembrava ormai inevitabile, poiché l’energico procedere del capo supremo della Chiesa rese Ferrante sempre più ostinato e provocatore. A Carlo Vili re di Francia, che dissuadevate da una guerra contro Roma, Ferrante scrisse, che egli era pieno di obbedienza filiale verso il pontefice, e che non pensava nè punto nè poco a far preparativi o azioni guerresche contro la Santa Sede.4 Ma come si avesse a intendere i Cfr. la relazione del Lanfredini del 23 ottobre 14X9 in Arch. st. (tal. ■' Serie XV, 296-297. » Cfr. Caìlmuttf, La politique cspagnole 235. n. 4. 3 Sul concistoro dell’ll settembre 1489, intorno ni quale I’Infebsura 250 0 Btjrchard^ Diarium I, 864 (Celasi I. 275), non hanno che notizie brevi e inesatte (Burcardo dice lealmente: ■non interfui), io mi valsi di una assai minuta e ancora inedita ** relazione dell'ambasciatore ferrarese Arlotti, data ez i>r,‘c die XI. Septemb. 1489. Archivio di Stato in Modena. Cfr. ibid. un® * lettera di Arlotti del 15 settembre 1489 e il * dispaccio di G. I>. Catanei <1® Roma 12 settembre 14.84). ArchivioGonzaga in Mantova. Dopo il conci" storo dell’ll settembre il nunzio Gherardi ricevette a Milano da Lodovico il Moro precise assicurazioni che aiuterebbe il papa qualora Ferrante cominciasse contro di lui la guerra (Carusi. Dispacci 359-361). Cfr. in Appendice n.° II di questo supplemento l’appunto di N. Franco dell’ll ottobre 1489 -su un colloquio con Innocenzo Vili (Biblioteca civica di Verona). « Nunziante, Lettere di Fontano 12-13.