376 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 2. quindi che il papa in una tale situazione venisse preso da uno spavento, che confinava con la disperazione: corrispondenti furono gli atti da lui presi a propria difesa. Il suo alleato Alfonso di Napoli fin dalla primavera erasi messo in relazione col sultano Bajazet. Alessandro VI ne fu contento e il 12 maggio raccomandava al sultano lo Stato di Napoli.1 Nel giugno chiese a Bajazet il pagamento anticipato del canone annuo per lo Djem (40,000 ducati) onde servirsi di questa somma nel preparare la difesa contro Carlo VIII. Il suo messag-giero, il genovese Giorgio Bocciardo, ebbe il mandato di far sapere al sultano, come il re di Francia avesse intenzione di impadronirsi di Djem per farlo signore di Costantinopoli, avvenuta che fosse la conquista di Napoli. Il Bocciardo doveva inoltre pregare il sultano d’indurre Venezia ad uscire dalla sua stretta neutralità per entrare in lizza contro Carlo VIII.2 An- v i o di Stato in Milano. 'Sul contegno di Bologna vedi Sani: do, Spcd. 55 s. e Desjardins I, 4S9 ie Picotti, La neutralità bolognese, in Atti e Meni, per la Romagna, 4* serie IX (1919), 204 ss. 1 La minuta originale della lettera fra le carte del segretario pontificio L. Podocatharo nella Biblioteca S. II arco di Venezia; fu utilizzata da Gregobovius VII3 341; si ha completa presso Thuasne, Bjem-Sultan 32<ì. Alesandro VI fin dal principio del suo pontificato si trovò in rapporti col sultano a causa dello Djem ; cfr. l’interessante relazione di Burcardo circa l'udienza accordata da Alessandro VI all’ambasciatore turco il 12 giugno 1493. edita <1« Pieper 19 s. ; iBtrckahdi, Liber notarum (Celani), I, 442-443. Che quasi tutte le potenze italiane di allora si ¡mettessero alienamente e senza alcun tim^r^ in stretta relazione coi Turchi, vien notato dal Burckhardt, Gultur I3, 88 s. ; la novità era che ora anche un papa si mettesse per questa via. 2 Allorché nel novembre del 1494 Bocciardo (cfr. su lui Pieper, Tagebucli Biirehards 19 e Thuasne, Djem-Sultan 320) torna vaserie in patria accompagnato da un ambasciatore turco, vennero entrambi aggrediti a dieci miglia d’Ancona e derubati del loro carteggio conforme a un complotto concertato già nel giugno dai nemici di Alessandro (vedi Makuscev II, *202 s.) ; l’ambasciatore turco, che doveva portare ad Alessandro VI l’annuo tributo per Djein. riuscì a fuggire rilasciando quel denaro (40000 ducati), ma il Bocciardo venne arrestato dall’istigatore dell'aggressione, Giovanni della Rovere prefetto urbano di Sinigaglia. Questi diede tosto notizia dell’importante avvenimento a suo fratello il Cardinal Giuliano (cfr. dispacci d’ambasciata in Atti Mod. 1' • 334). I documenti sequestrati vennero tosto diffusi dai nemici dei Borgia. Bcr-cardo (Thuasne II, 202 ss.. (Celasti I. 548 ss. ; Geiger, Bureardus 135 ss.) e Sanudo (SpeiHz. 42 s.) li accolsero nelle loro opere come autentici. Di que-ti documenti la critica recente ha riconosciuto come indubbiamente autentica segnatamente l'istruzione per Bocciardo. Diverso è il caso per la lettera del sultano ad Alessandro VI del 12 o 15 settembre 1494 (per le stampe v. la rassegna presso Heidenheimer, Corresponderi~ 519-520. Manoscritta s'incontra di fre‘ quente. anche in * Informai, polii, della Biblioteca di Berlino: vedi Zinkeisen 491, non che in un volume miscellaneo della Biblioteca *1 ' A i x in Provenza, M. no. 835, f. 285 ss. e nel Cod. 12J/ [da S. Andrea della Valle], della Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma), nella quale il medesimo fa la proposta che Alessandro debba toglier di mezzo Dje»> pel cadavere del quale egli, il sultano, sborserebbe SOfKJOO ducati. Gi*1