1002 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 10. giunte il prodigio .avvenuto in confutazione dell'incredulità. La disposizione è così bella, i caratteri tanto corrispondenti al vero, le tinte così delicate e profonde, ¡che a ragione questo dipinto è stato dichiarato come il più importante di tutta la serie.1 In quanto è glorificazione del ss. Sacramento, venerato in maniera particolare da Giulio II,2 la Messa di Bolsena forma l’anello di congiunzione colla stanza che possiede la Disputa', in quanto rappresenta un miracolo essa costituisce il passaggio agli altri affreschi della Camera d’Eliodoro, nei quali Raffaello ha prodotto il suo lavoro più sublime come pittore di stanze3 e il «modello di narrazione monumentale per tutti i tempi».4 Il concetto fonda-mentale, che qui viene espresso coll’arte, è il seguente : Dio onnipotente si dimostra sempre benigno protettore e soccorritore della sua Chiesa. La storia del pontificato di Giulio II aveva som-ministrato in proposito le prove più sorprendenti. Ed invero nell’estate del 1511 non era stato superato prodigiosamente il pericolo minacciato dai Francesi ? E nell’agosto il papa ormai spedito dai medici non erasi forse levato prodigiosamente dal suo letto per conchiudere la lega santa a tutela dell’unità ecclesiastica? Sebbene la grande lotta non fosse ancora decìsa, nondimeno Giulio II e con lui Raffaello confidava fermamente nella miracolosa protezione che Dio non nega mai al suo vicario. Gli avvenimenti diedero loro ragione. Il concilio dei cardinali scismatici si disperse, l’assalto di Luigi XII che doveva umiliare la Chiesa5 fu respinto, il predominio dei Francesi in Italia annientato. .Nulla più naturale che l’artista, anche se non gli fosse stato appositamente commesso, si riportasse a quello che allora teneva altamente occupato il papa, i suoi famigliari e il mondo intero. Così in mezzo ai grandi avvenimenti storici del tempo vennero alla luce dei dipinti, che parlavano ad ognuno un linguaggio intelligibile. 1 Woi.tmann II, 647. Cfr. Waldmahn in Zeitschr. für bild. Kunst X. jF. XXV (1914), 791. 2 Cfr. sopra p. -S55. 3 Cfr. Waldmann in Zeitschr. für hi hl. Kunst X. F. XXV [1914], 79 s. ; « L’incanto dei colori della cacciata d’Eliodoro, che viene fuori dal crepuscolo, la bellezza dei colori, irradiante nella più perfetta chiarezza, dalla (Messa di Bolsena e la scena notturna della liberazione di S. Pietro esercitano sull’osservatore, che è in grado di eliminare i ritocchi, un effetto pittoresco di tale profondità, che nessun altro affresco di quell’età raggiunge ». * A’edi WöT.FFLiN, Kla-ss. Kunst. 98; cfr. anche Woss, Die Malerei des St>ät-renaissance I. Berlin 1920, 51. » Paris de Chassis, ed. Dölunger 420, designa espressamente i Francesi come ecclesiasticae libertatis occupatores et ecclesiarum profanatores ac omnis liumanitatis et di finitati» nefandissimos raptores et eorruptores.