932 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 9. che dal 1504 era oggetto d’un radicale restauro. Michelangelo, che solo con lo scalpello in mano aveva la piena consapevolezza della sua valentìa, da principio oppose resistenza dicendo non essere la pittura la sua professione.1 Ma la ferrea volontà del poderoso pontefice pose a forza il pennello in quelle mani solo desiderose di trattare il marmo. Accettato da Michelangelo il lavoro commessogli da Giulio II, venne stretto un contratto, in forza del quale l’artista doveva dipingere la volta centrale della Cappella Sistina per 3000 ducati.2 Michelangelo, che il 10 di maggio ricevette dal papa un acconto di 500 ducati, si diede subito col suo abituale ardore ad abbozzare i cartoni. Il primo disegno, secondo le informazioni dello stesso artista, presentava i dodici apostoli nelle lunette e nel resto un certo sistema a scompartimenti ripieni di decorazioni, come tanto si usa.: Questo progetto deriva certo da Giulio II ; nella cappella papale non potevano mancare gli apostoli, i quali inoltre venivano posti in relazione colla storia del loro Maestro, rappresentata ,su un lato della parete.4 Nel maggio era già gettata l’impalcatura; la vigilia della Pentecoste (10 giugno) la cappella era così piena di polvere e di frastuono, che i cardinali a mala pena vi poterono funzionare.5 Nel frattempo Michelangelo aveva concepito per i suoi dipinti disegni più vasti e in armonia cogli affreschi già preesistenti della cappella. Il papa, fine conoscitore dell’arte, approvò senz’altro il proposto cambiamento e grandioso ampliamento. L’intera superficie del soffitto fino alle finestre doveva andar ricoperta di pitture, e perciò lo stipendio portato al doppio cioè a 6000 ducati. 1 Cfr. Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi 17. Cfr. il sonetto a Giovanni da Pistoia (Rime, ed. Guasti 158, ed. Fbey 7), ehe fluisce colle parole : ni io pittore. In quasi tutte le lettere di questo tempo egli si firma con una certa ostentazione : Micheìangiolo Scultore in Roma. Cfr. Woltmann II. 577 e Sr-monds I, 200. 2 Sul contratto e l’onorario v. ora lo studio di Spahn (p. 2-22). il quale dimostra che oltre l’onorario Michelangelo ricevette da GiuUo II doni in denaro non di poco momento. 3 Cosi nella nota lettera a G. F. Fattucci, Lettere di Michelangelo, ed. 30-lanesi 427. Cfr. inoltre AVölfflin in Jalirb. der preuss. Kunstsammlungen XIII. 178 e Frey, Studien 94. V. anche Klaczko, Jules II 74 s. iSteinmann (II, 200 ss.) dà ora un’analisi più precisa del primo progetto. * Vedi Justi. Beiträge 12 ; Mackowsky 73 s. s Paris de Grassis in Gas. des heaut arts. 2 periodo. XXV, 385-3S6. Frey, Studien loc. cit. Il pagamento per l’impalcatura presso Zahn, Notizie 187 (cfr-Symonds I. 201). anche Mell'AroÄiv. del Naumann XIII. 109. La quietanza per l’acconto dei 500 ducati in Lettere di Michelangelo, ed. Milanesi 563, era stata stampata gii! prima in Förster-Kugler. Kunstblatt 1S44. nr. 105.