Ingresso di Carlo Vili in Napoli. 405 gioirli levavano il capo in tutto il reame. Il 27 gennaio Ferrantino .-tesso annunziava al suo ambasciatore Camillo Pandone : « Aquila ha issato la bandiera del re di Francia, lo stesso han fatto Sulmona e Popoli; negli Abruzzi tutto è perduto salvo Celano».1 Per far piacere ai Colonna, Carlo ancora su territorio pontificio fece dare l’assalto alle rocche dei Conti. Monte S. Giovanna, vicinissimo al confine napoletano, venne preso al primo assalto e dato alle fiamme, venendone trucidati quasi tutti ¿li abitanti. La caduta di questa piazza forte creduta inespugnabile e il barbaro modo di fare la guerra indussero terrore, i Napoletani si ritirarono senza opporre alcuna resistenza e così i Francesi trovarono sprovviste di milizie le fortezze, i passi e persino l’eccellente posizione di S. Germano.2 II cielo stesso pareva favorire il nemico. Il mese di febbraio fu mitissimo: i prati facevano pompa di fresca verdura e di fiori variopinti. Il 16 febbraio del 1495 cadde Gaeta; Capua il giorno 13 aveva aperto le sue porte ai Francesi. Ferrantino, dopo avere atteso invano soccorsi dalla Spagna e dai Turchi, il giorno 22 febbraio si ritirò in Ischia mentre Carlo Vili acclamato entusiasticamente dal popolo faceva il suo ingresso in Napoli. Il motto di Cesare: Veni, vidi, vici era stato superato, scrive Sigismondo de’ Conti.3 Come per miracolo, osserva un altro contemporaneo, i Francesi conquistarono nel breve giro di poche settimane un intero e vasto reame, che cadde in loro potere quasi senza colpo ferire.4 « I Francesi, così Alessandro VI, sono venuti con speroni di legno e non hanno durato altra fatica, che di segnare con gesso come fanno i furieri le porte degli alloggiamenti».5 1 Fusco, Intorno alle zecche ed alle monete battute nel reame di Napoli da r,‘ Vario Vili (Napoli 1846) 132. .Revmo.nt, Carafa I, 25. - Su Monto S. Giovanni e Mo 187 s. Simone Filipepi presso A'ellari-Casanova 462 s. Pilorgerie 176 s. "KMAXX I, 81 ss. Delaborde 547 ss. Cipolla 715. Lettera di Carlo VIII sulla • entrata in Napoli al duca di Bourbonnais, presso Pélicier IV, 176-178. e tutto l'inverno 1494-1495 fosse mite in maniera particolare, vien rilevato anche dal Diario ferrarese 289. 1 Pi Ricciardi da Pistoia, Ricordi 23 ; cfr. Diario dii, 8. Tommaso di ^il' estro 39. Per la conquista del regno di Napoli cfr. anche iSegre, Lod. :a li, 74SS-; Epifania, Carlo Vili di Valois a Napoli, Napoli 1902. a meravigliosamente rapida conquista del regno di Napoli da parte di l' 0 'III e nell’egualmente rapida perdita del medesimo |Sigismondo de’ •ovn (lì, no, 111) yide l'adempimento d’una profezia del beato Tomma-"" j° lla Foligno defunto nel 1377. < 0Mmines VII, 14. Cfr. inoltre Jajins in Grenzboten 1875, II, 339. Il ‘ Kta aulico francese Andrea de la Vigne, che trovava«! nel seguito di Carlo VIII, Y npose un diario poetico : Le Vergici- d'honneur, Vcntreprise et voyage de ìPh x : t.fr. Bircth-Hirschfeld, Oesch. dcr franzos. Lit. I 98 e n. a p. 24. e ¡1 semifrancese Giangioiìgio Alione di Asti cantò la conquista di Na-