Documenti inediti e comunicazioni d’archivi. N. 38-39, a. 1497. 1035 destinandum duximus et nune proficiscenti iniunxiinus, ut primum nobi-destinandum duximus et mine proficiscenti iniunximus, ut primum no-bilitatem tuam adeat sibique quemadmodum federis nostri necessitudo requi ri t per nos commissa aperiat aliaque nomine nostro eidem nobilitati tuae referat... ». Confidi in questo legato. Orig. all’A rchivio di Stato in Milano. 38. Lettera d’uu anonimo a Giovanni Bentivoglio. [Roma], 17 giugno 1497. Heri scripsi alla Sria V. del sinistro oso de la morte del duca de Gandia, l'autore de la quale fin qui non si sa, ma si conclude luy esser stato gabato da uno che prima parecliie volte camufato et scognosciuto li haveva parlato sotto specie come se stima de far li liaver qualche cosa electa et che meritasse el pretio alla quale bisognasse andar solo et secreto. . . El papa in tutto el dì de heri non dete audientia a persona, ma stetesc ?olo et serrato in camera. . . Copia all’A rchivio di Sí t a t o in Milano. 39. Il cardinale Ascanio Sforza a suo fratello Lodovico 3Ioro, duca di Milano.1 Roma, 19 giugno 14ffí. Illmo etc____ X. Sre lia farto questa mattina consistorio in lo quale cum sapientiss0 et gravissimo discorso ha dimonstrato che quan-tunehe il caso del duca de Candía li sia de extremo dolore per la perdita facta et per la qualita de la morte et per lo amore immenso quale gli portava, il quale era magiore che a tucte le altre cose sue coniuncte insieme, nondimeno era per tollerarlo cum paciencia et ringratiare X. S. Dio del tucto existimando eli e questo successo fusse per il miglio et che X. S. Dio liavesse cum questo flagello grandissimo voluto casticare la Sua Stà et advertirla della fragilità humana et attendere cum paterna cura allo offitio suo pastorale havendoli levato questo, il qual teneva lo intellecto de .la Bne Sua offuscato et lo distraheva in diversi desideri!, li quali cum questa morte erano tucti finiti in Sua S*3 et confessava che la non havea più carne ne sangue ne parenti ne affecto et che la non curava più cosa alchuna humana et era proposito suo fir-missimo de recognoseere cum le bone opere la visitatione, quale gli havea facto X. S. Dio et attendere cum summo studio et vigilantia al bene de la religione christiana et al honore de questa s. sede et al oftitio de bono pontefice ne essere per desiderare o ricerchare più da li principi o dal sacro collegio cose non juste, honeste et sánete ordinando et comandando alli rmi sri cardinali che non gli consentessero ne la obedissero mai se 1 Cfr. sopra p. 436, 451.