Esequie meschine. Giudizio su Alessandro VI. 577 sione d’un avvelenamento parlano anche la relativamente piccola violenza dei fenomeni occorsi, il relativo benessere fra i singoli attacchi come pure i sintomi della malattia, che però son descritti solo incompletamente. Fra i casi, del tutto sicuramente stabiliti, d’avvelenamento dell’età d’allora come del presente, nessuno si conosce che ¡somigli al quadro della malattia in tutti i sintomi accertati, che presentò Alessandro VI. Secondo l’uso romano Alessandro VI venne sepolto dopo 24 ore nella chiesa di S. Andrea congiunta a quella di S. Pietro e che allora chiamavasi S. Maria della Febbre.1 I funerali seguirono quasi senza onore; i nemici dei Borgia gongolavano dalla gioia, cumulavano lil morto di tutti gli oltraggi immaginabili e spargevano la fiaba che lil diavolo se n’era portata via l’anima.2 Sebbene non mancassero anche di quelli che mettevano in rilievo le buone qualità di Alessandro VI,3 tuttavia in generale l'er quanto sia da calcolarsi alta la probabilità relativa alla causa della morte di Alessandro VI (malaria e apoplessia o paralisi del cuore), non sia omesso di accennare alla possibilità d’una decisione in certo modo apodittica, che sarebbe data da un esame chimico dei resti del cadavere, ancor oggi esistenti nel sepolcro. In particolare un eventuale avvelenamento per arsenico si potrebbe con somma probabilità tuttora provare, dacché, ad es., si è riusciti a dimostrare nelle fascie che involgono mummie millenarie, nella materia colorante usata, tracce d'arsenico, e ad escludere invece l’arsenico come mezzo di conservazione ». 1 Burchakdi, Diarium (Thtiasne) III, 243, (Celani) II, 355. Ofr. Müntz, Ics art» 262. Nell’anno 1610 le ossa di Alessandro VI furono trasportate nella sagrestia di iS. Maria di Monserrato, dove in fondo alla navata destra venne eretto di nuovo un sarcofago di marmo per Alessandro VI e Calisto III. Cfr. Xoyaes V, 193 nota c. ; Leonetti III, 389: Bolet. <1. la R. Accad). de la H ist mia XVIII (1891), 159 s. e Müntz loc. cit. 266 s. Katholik 1901, II, 542 s. ; Dtifees-se XXVI, 117. - Cfr. Matarazzo in Ardi. stor. ital. 1“ Serie XVI 2, 222-223 (trad. di M. Herzfeld 233 s.) e la lettera del marchese di Mantova del 22 settembre 1503 'u Append. al Gregorovius, Lucrezia Borgia 122-123 e presso Luzio in Riv. d'Italia 1909, II, 837. Vedi anche la poesia stampata a Venezia nel 1508 e ristampata in Arch. stor. lotnb. II, 17 s. Anche Gian Francesco Pico della Mirandola nella sua Vita Savonarolae (ed. Quétif I, Paris 1674, 137) riferisce come voce, che l'anima d’Alessandro VI sia stata portata via dal diavolo, Ch1 quale avrebbe fatto un patto per arrivare al papato: egli poi lascia la •'celta fra questa opinione e quella dell’avvelenamento. 3 Così il vescovo di Gallipoli, Alessio Celadeno (Celadoni) nel discorso da lui tenuto il 16 settembre 1503 ai cardinali che stavano per entrare in conclave, secondo il preteso unico esemplare conosciuto del Museo Britannico ‘ dito in parte da Garnett in Engl. Hist. Review VII (1892), Bll s. Ma anche 1;l Biblioteca di Stato in Monaco ne possiede un esemplare, forse d’unaltra st*mpa (se è esatta la stampa dall’esemplare londinese presso Garnett), colla Ugnatura // lìcci. 176 : Alexit Celadeni Episcopi Gallipolitani oratio ad sacrum ''idinalium senatum ingressurum ad novum Pont. elig. (s. 1. et a.). Gabnett Ottavia va troppo avanti quando rileva l’importanza di questo discorso per ”u giudizio sopra Alessandro VI. Ofr. anche Bernardi II, 46 s. A f. a Iv (non 'aml>ato presso 'Garnett) prima di parlare di Alessandro VI, Celadeno os- P-WTOR, Storia dei Papi, III. 37