290 Libro I. Innocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo 5. Nella seconda metà dell’aprile alcuni muratori lombardi nello scavare fra le ben note rovine lungo la Via Appia, in quel luogo che porta il nome di Roma Vecchia, nel fondo statuario appartenente ai padri Olivetani di S. Maria Nuova circa al sesto miliario dalla città, s’imbatterono in alcuni monumenti antichi. Essi trovarono due basamenti di statue con iscrizioni del Praefecht praetorio Herennius Potens, avanzi d’una tomba di liberti dell* gentes Tullia e Terentia, finalmente un sarcofago senza alcuna iscrizione, il quale conteneva un cadavere di epoca antica a meraviglia conservato mediante una miscela artificiale, composta di mirra, balsamo, olio di cedro e trementina.1 Il cadavere fu tosto trasportato nel palazzo dei Conservatori ed esposto al pubblico Quella singolare scoperta mise la città intera in tale fermento« suscitò tale entusiasmo, che l’eco ne è percettibile in quasi tutte le relazioni contemporanee. L’estasi degli antiquarii e degli umanisti, non che la curiosità del popolino giunsero al colmo. Le voc: e le congetture più svariate si sparsero tosto per Roma, ompa-rendo anche esagerazioni, falsificazioni e mistificazioni. L'esaltazione generale si riflette nella molteplice varietà delle relazioni. ! cui particolari debbonsi solo in parte ad una osservazione accurata, mentre un’altra parte, e questa assai considerevole, risale alla fantasia di chi li riferisce. Quanto alla prodigiosa conservazione vanno tutti d’accordo e dai più viene notato il femminile della giovane morta.2 I contemporanei descrivono con entusiasmo come le membra avessero conservato la loro natura* presso S. .Sebastiano luogo detto capo de bove In uno sepolcro marmoreo fu ,r” vata una fanciulla morta integra nolle [ = non le] mane-bava nulla ne nane capitelli [capezzoli] ne labra ne denti ne lingua ne capelli imo pi® clie J carne cedeva e stimossi de circa 1700 anni fusse stata sotterra con una CIlt*' di tìlo d’oro all’ungheresetaa e per certi inditii che fusse Tulliola figlili'“1* ' Marcho Tullio Cicerone ». Archivio di «tato in Firenze. V. *nf!' nell App. di questo .supplemento al n. II la * lettera di Alessandro Cor«* avversario del \ alla, del 21 aprile 14>85, Biblioteca Laurenzi®11* * Firenze. i Tu ode nell articolo cit. più avanti adduce il parere di un botanico il Q°* dichiara di esseiv la cosa più verosimile che la conservazione del cadavere * in olio d olivo, a cui forse saranno state aggiunte altre materie resinose e stanze aromatiche. Questa ipotesi viene in parte a cadere di fronte alla rei®7 ’ dì Sigismondo de Conti II. 44. il «piale espressamente osserva che persone I* avevano accertato balsamo, olio di cedro e troni enti a a. Ant. de Vasche ^ j (p. A2S) : il quuìc corpo era coperto tutto di una colta c molti diccy detta colla fusse mi rra, e corti altri licori che le api con grande- vototi'1 anda rano, e così- detto corpo era pieno dentro. -’ Il Co,!. Atthlmrnhaiii. 7/7.}. f. 134 (Biblioteca L a u r e n * a I i r e n z e) dietro la lettera di Bartolomeo Fonti dA un disegno dei vamento : il cadavere della fanciulla giacente dinanzi n un sarcofago spro'1 di decorazioni, le forme sono molto giovanili, ed è data la reticella l*ei ,:l1’ ¡il forma di mezza palla. Il disegno meriterebbe di venire riprodotto.