580 Libro II. Alessandro VI. 1492-150.'!. Capitolo 10. esempio Alessandro VI nei suoi undici anni di pontificato ha seguito le proprie tendenze e aspirazioni del tutto secolaresche e spesso detestabili ; egli ha abusato in una maniera inaudita, senza punto badare alla scelta dei mezzi, delia sua elevata posizione per innalzare la potenza e il lustro della sua famiglia e per favorirne gli ambiziosi disegni ; la sua vita pubblica e privata è bruttata di gravi macchie morali, le quali vengono ad oscurare compieta-mente i pochi lati luminosi del suo carattere. Il suo pontificato fu una disgrazia per la Chiesa, al cui prestigio apportò le più profonde ferite.1 il soviano straniero». Io posso portare una nuova testimonianza, dalla quali' appare che il papa Borgia visse fino all'ultimo immoralmente, a provare quanti sia giustificato il mio giudizio su Alessandro VI. In data 15 agosto 1513 Leone X conferendo un beneficio impartì dispensa super defectu natalium a Rodericus Borgia, Scholaris Roman. In questo * documento si legge : ut asserii in duodecimo vel circa tuae aetatis anno constitutus existis ac defectum nv TAI.IUM 1PATERIS I>K ROMANO (PONTIFICIE GENITUS ET SOI/UTA (Rcg. YatiC. lo'.'), f. 107, Archivio segreto pontificio). Sono appieno giustificate le forti espressioni, con cui Porttgmotti (p. 7 s.) rigetta i fantastici tentativi di difesa del conte Pasini Frassoni (non appartengono alla storia, ma al romanzo) ; ma esse colpiscono anche il suo proprio tentativo, che cade nell'altro estremo di imporre ad Alessandro VI anche dei vizi, pei quali finora non è stata recata uua prova storica. Lo psichiatra milanese non ha la minima idea del metodo storico e si azzarda su un terreno, che gli è estraneo come quello della reologia e del diritto canonico, per il quale impartisce alla Chiesa Cattolica consigli (p. 120), la ingenuità dei quali va di pari passo colla sua ignoranza della relativa materia. i Rkttmont in Wetzer und Welte’s Kirchenlex. 12, 4SS s. ; cfr. Gesch, dcr Stadt Rotti III 1, 247 s. e Theol. Lit. Bl. di Bonn V (1870), 477 s. Sul discredito in cui Alessandro A I fece cadere il papato presso molti Tedeschi, vedi sotto p. 592, n. 9. Il visconte C. de Meaux (Le Corresponda-nt CXOIII [189S], 24 s.) coni iene col nostro giudizio. Cfr. anche la caratteristica d'Alessandro VI presso WoonwARD, C. Borgia 325 ss. Geiger (Burcardus 75) dice : « Egli certo non fu un delinquente così cattivo come qualcuuo dei suoi figli, specialmente Cesare. ma, debole e senza volontà, lasciò avvenire le cose più orribili e porto Papato e Chiesa all’orlo dell’abisso». W. Busch in Hist. Zeitschrift LXVI (1891), 510: « Ammessa la giustificazione, che pei Borgia sta neUa generale depravazione delle idee morali del loro tempo, contro di essi sussiste però che ci appai"»1-’ la guida e i rappresentanti della medesima ». Relativamente al tentativo di Sabatini (C. Borgia (53 ss.) di scusare in certo qual modo sotto il rispetto morale Alessandro ^ I con ciò, che i suoi prossimi predecessori non furono di iuolt' migliori di lui e che altri contemporanei altolocati sono stati altrettanto cattivi. cfr. F. Léonard, C. Borgia, in Westminster Rcvieic OLXXVIII (1912), 68. Léonard invece mostra la tendenza a credere senz'altro a tutte le relazioni sfa vorevoli e d’altra parte è non meno privo di critica del Sabatini criticato da lui. Questo vale anche per A. N. Mathew (The Life and Times of Rodrigo Borgia, Pope Alexander VI, London 1912), che parimenti mostra in generale la tendenza a prestar fede, oltre che alle cose incontrastabilmente tramandate nnche a tutte le ciarle incontrollabUi. Questi ed altri lavori inglesi (anche 11 Corvo citato qui sopra) non hanno affatto arricchito la letteratura storica. N‘‘,! 1 Reme des Dcu.r Slondes\ LXXXVI (1SSS), 171 ss. Gebhart svolge il pensiero che Alessandro \ I ha nociuto più all’Italia colla sua politica senza scrupoli che