Situazione alla vigila del conclave. 333 itila meta, a meno che non nasca uno scisma.1 Che Ardicino della Porta avesse grande probabilità di riuscita, ci viene attestato anche da un dispaccio dell’inviato milanese in data del 4 agosto. Questi narra, che Giuliano capiva ormai, cornei nè lui nè il Costa sarebbero riusciti e come era necessario rivolgersi ad un fautore di Asoanio; che tra questi però non potevasi contare su Ardicino della Porta, poiché Giuliano non voleva assolutamente saperne del Borgia e ;di ¡più era avverso al Piecolomini ; il Carafa non aveva alcuna speranza per causa dei re di Napoli ; era tuttavia possibile che il Della Rovere preferisse lo Zeno al cardinale Ardicino della Porta. Il suddetto inviato ci parla pure di un abboccamento che Ascanio e Giuliano ebbero il 4 agosto nella sagrestia di S. Pietro, nel quale Giuliano avrebbe offerto al cardinale di Milano il voto suo e quello dei suoi amici.2 Di fatto le cose alla vigilia del conclave si trovavano in questi termini, che Giuliano della Rovere, odiato per la sua prepotente influenza esercitata sul defunto pontefice e per le sue simpatie verso la Francia, non aveva alcuna probabilità di riuscita, mentre i cardinali Ardicino della Porta e Ascanio Sforza favoriti da Milano, potevano abbandonarsi a fondate speranze. Contro il Borgia stava specialmente la circostanza, ch’egli era spagnuolo e molti cardinali italiani non volevano alcun straniero.3 Ma la ricchezza di quest’uomo doveva nel conclave decidere la cosa, come aveva preveduto con singolare acume l’inviato ferrarese. Il conclave cominciò il 6 di agosto. Prima di tutto si stabilì una apitolazione elettorale,4 poi s’ingaggiò la lotta elettorale. Questa rimase a lungo indecisa. Tre scrutinii non diedero risultato alcuno. Le aspettative per il Borgia non erano buone. Nel primo scrutinio egli non raccolse che sette voti, altrettanti quanti Michiel e Costa, mentre Carafa ne riportò nove. Nel secondo scrutinio il numero dei voti dati a Michiel rimase eguale, mentre Borgia e Costa ne guadagnarono uno ciascuno. Nel terzo scrutinio, compiuto il 10 agosto, forgia non superò gli otto voti ; sette ciascuno vennero dati per Costa e per Piecolomini e dieci ciascuno per Carafa e Michiel.5 1 V. il testo di quest’importante * documento, da me trovato nell Are .1 i v>o di Sitato in Modena, in App. n. 11. 2 ** lettera di ,St. Taberna in data di Roma 4 agosto 1492. Archivio Stato in Milano. .. 3 Cokio III, 463. Questo passo dimostra la falsità dell’opinione del Gre-couovxus VII® 800. Esprime il punto di vista nazionale-italiano contro i Catalani anche il sonetto di Serafino Aquilano >>ul conclave del 1492; Rione di fino ('¡mini-ili Aquilano, ed. Mario Menuhini 1, Bologna 1894, 12S|, n. xci. 4 Dispaccio fiorentino del C agosto 1492 presso Tiiuasne I, r.77. Raynau» n. SI e C’otf. XXXII, 2/,ì della Biblioteca Barberini di li o m a 'Vaticana). 5 V. ¡n App. n. 12 la »relazione di Valori del 10 (non 11) agosto (Archivio di Stato in Firenze) e specialmente le liste delle votazioni,